Così la guerra in Ucraina ha armato il demone del fondamentalismo religioso e manicheo
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Così la guerra in Ucraina ha armato il demone del fondamentalismo religioso e manicheo

Prima Kirill, il patriarca di Mosca ha benedetto la guerra di Putin. La replica del metropolita di Kiev è uguale e contraria

Così la guerra in Ucraina ha armato il demone del fondamentalismo religioso e manicheo
Il metropolita di Kiev Epifanio
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26 Marzo 2022 - 17.09


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Di che cosa ha bisogno la fede oltre che di sé stessa e del desiderio di testimoniarla? Se ha bisogno di sconfiggere il nemico, che oggi loro identificano nella secolarizzazione, ha bisogno dello Stato, degli eserciti. Un grande teologo russo, Nikolaj Losskij, lo ha riconosciuto e definito  “Chiesa di Stato”, identificando la divisione “tra chi pensa che la fede non abbia bisogno di nulla per essere comunicata, se non della libertà di espressione e della testimonianza e chi invece presume che solo l’antica e consolidata alleanza Chiesa-Stato-nazione possa restituire prestigio alla religione e arrestare il processo di secolarizzazione proveniente dall’Occidente”.

Purtroppo questa seconda è la scelta che ha compiuto il Patriarca di Mosca e di tutte le Russia, Kirill, dando a questa scelta un carattere metafisico: se vince l’Occidente si condanna l’umanità intera, quindi quella in corso in Ucraina è una lotta per salvarci dalla vittoria dell’Anticristo. 

Una posizione così forte, radicale e totale ne ha provocata, ahinoi, una analoga sebbene di segno opposto da Kiev, dove il metropolita ortodosso Epifanio, avverso a Mosca, ha visto l’Anticristo in Mosca, l’impero del male: “non sono la Stato russo e l’esercito russo ad essere benedetti, ma le maledizioni e le condanne che il Signore promette ai servi del diavolo. Condanna e maledizione, punizione spietata dell’Onnipotente attendono assassini e assassini, perché amano il male e l’oscurità”. Punizione spietata di Dio…

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Pensare che questo cristianesimo esista ancora potrà sorprendere, ma non dovrebbe. Ci sono voluti secoli per liberarcene, ma la sua ombra nera non è mai sparita. Francesco ci ha provato. Non è facile denunciare come fa magistralmente lui la scristianizzazione dell’Europa cercando però di ritrovare un dialogo con queste società,  sulla base però della testimonianza, non della coercizione. Questo modello al quale abbiamo guardato anche con superficialità e disprezzo ha provato a dirci che vivere insieme è possibile, se non si vuole imporre un registro anche all’altro. L’esempio dei gay è perfetto. Kirill ha visto nei gay pride la prova che l’occidentalizzazione è contro Dio, considera il no a Dio un’opzione. Francesco riconosce i diritti dei gay, anche all’unione civile, proponendo di riservare all’unione tra uomo e donna la qualifica di matrimonio. Che abisso li separa…. Kirill pensa che l’ira di Dio fu scatenata dalla sodomia, Francesco ci fa riflettere e capiamo che quell’ira derivò dalla mancata ospitalità verso lo straniero, pure sodomizzato. Che abisso li separa… Se ci fosse stata ospitalità non ci sarebbe stata ira.

Ora però dal vaso di Pandora ucraino i demoni del pensiero fondamentalista si sono liberati, contagiosi. Epifanio è caduto nella provocazione. Il manicheo Kirill ha messo i buoni dalla parte di Putin e i cattivi contro di lui. Definitivamente. Le sue parole, citate tante volte, sono inequivocabili. Così, sotto le bombe, spossato, Epifanio cade nel tranello, o nello stesso errore, non conta. E anche qui Dio torna “spietato”. Se lo è lui possiamo non esserlo noi? 

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Il manicheismo divide il mondo in buoni e cattivi. Il bene e il male hanno i loro figli. Dunque io posso essere in tutto e per tutto un figlio del bene, o un figlio del male. Sta a me scegliere. Questo pensiero schematico e netto, che chiamiamo manicheismo, nasce nel mondo religioso, con Mani, e viene sfidato da Sant’Agostino. Non esistono Figli del Bene e Figli del Male, il bene e il male crescono insieme, dunque vanno riconosciuti, scoperti, da ciascuno di noi. Purtroppo altre visioni hanno preferito la semplificazione, potente. Le ideologie hanno spesso ceduto al manicheismo: da una parte i buoni, dall’altra i cattivi. Il mondo bipolare risponde a questa esigenza profonda. Ma la fine della guerra fredda aveva aperto uno spazio nuovo, una nuova epoca che poteva essere di collaborazione tra diversi. E’ difficile, è molto difficile. Bisogna aprirsi all’altro, sia in termini di interessi che di valori. Non siamo uguali, ma possiamo riuscire a vivere insieme. Questo era il senso del tentativo di costruire un mondo multipolare. 

Ora con l’Ucraina torna il bipolarismo e il bipolarismo porta con se il manicheismo. Buoni contro cattivi. Tutto torna facile, facilissimo. E se tutto deve essere facile, accessibile, comprensibile, chiaro, è chiaro che si torna negli opposti estremismi. In tutti campi deve trionfare una visione estrema: noi siamo i buoni, voi i cattivi. Il punto di origine di questo nuovo corso non poteva che tornare a trovarsi nel pensiero religioso, essendo che buona parte delle ideologie sono morte e sepolte. E il pensiero religioso con Kirill ha scelto di dividere bianchi e neri. Come lo ha seguito Epifanio non lo stiamo seguendo anche noi? Non siamo tutti più inclini a radicalizzare le nostre stesse idee? E’ l’orgia dei fanatismi. Che però sono tutti alleati tra di loro perché sanno che se andasse in crisi anche uno di loro andrebbero in crisi tutti gli altri. Il militarismo estremo ha bisogno del pacifismo estremo, come il secondo ha bisogno del primo per fare proseliti.

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Chi si sottrae a questa logica perversa? Solo Francesco. Non c’è in tutto il mondo un altro leader che abbia colto e respinto questo meccanismo infernale. Seguire Francesco vuol dire resistere agli opposti estremismi che ci vogliono ingabbiare, incasellare, far tornare al secolo scorso, il secolo dei totalitarismi. Se la Russia passa dall’ateismo di Stato al fondamentalismo di Stato e gli altri si adeguano arriviamo al manicheismo globale. Sta a noi sottrarci.     

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