Primavera a Capri, riscoprendo la storia del Mediterraneo
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Primavera a Capri, riscoprendo la storia del Mediterraneo

Il narratore russo Ivan Turgenev fu folgorato dalla bellezza di Capri e aveva descritto l’isola delle capre come la perla del Mediterraneo.

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25 Aprile 2014 - 12.11


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di Elena Brunello. Foto di Vittorio Giannella

Napoli è bella, Pompei interessante, ma Capri è un prodigio”. Così il narratore russo Ivan Turgenev, folgorato dalla bellezza di Capri, aveva descritto l’isola delle capre, la perla del Mediterraneo.

Capri è l’isola incantata che sorge al largo del rabbioso Vesuvio, nel Golfo di Napoli. I tre faraglioni, Saetta, Stella e Scopolo, giganti di pietra e guardiani dell’isola, indicavano un tempo, secondo l’Eneide di Virgilio, la rotta giusta ai naviganti, con grandi fuochi accesi sulla cime. Capri è l’isola misteriosa delle grotte nascoste, come la Grotta Azzurra, un tempo usata come ninfeo delle ville romane. Sulla terra rossa e argillosa, mista a tufo e arenaria, cresce, forte e rigogliosa, la macchia mediterranea. Dai pendii fanno ombra gli agrumeti, i grandi lecci, il lauro e il pino. Sulle rocce si aggrappano cespugli profumati di mirto, rosmarino, erica e ginepro. Il poeta cileno Pablo Neruda, descriveva con queste parole, alla sua amata,la primavera di Capri: “ Io ti ho creata, ti ho inventata in Italia. Il mare tra le fenditure spargeva violento la sua spuma seminale. Così si preparava la scabra primavera”. Le onde spumeggianti del Mediterraneo lambiscono la pietrosa Capri, mentre la natura esplode rigogliosa sotto il tocco rinfrescante di quella schiuma marina che, secondo la mitologia, generò la bellissima Venere.

A primavera Capri gode di un clima tiepido, dimentico dall’estivo caldo ruggente. Si cammina per le strade tortuose, rinfrescati dalla brezza di mare, e si riscopre la storia di un’isola che fu, tra Ottocento e Novecento, meta di grandi intellettuali interpreti della vita culturale d’Europa. La fortuna di Capri iniziò quando l’imperatore Tiberio, consolidati i confini dell’Impero Romano, si ritirò dall’Urbe e fece costruire qui la sua bellissima villa: Villa Jovis. Da qui Tiberio controllava a vista tutto il Golfo di Napoli, il Golfo di Sorrento, il Cilento e le isole di Ischia e Procida. Oggi, della villa romana rimangono solo le rovine e la leggenda che avvolge la figura di Tiberio; imperatore schivo e riservato secondo alcuni , uomo di eccessi stando a Tacito e Svetonio. Nell’Ottocento Capri divenne meta dei giovani rampolli dell’elite economica e aristocratica europea¸ nel Grand Tour d’Italia. Fu però il Novecento che vide giungere i grandi intellettuali europei. Tra i nomi più famosi che riecheggiano nella storia dell’isola vi furono lo scrittore russo Maksim Gor’kij, che riunì intorno a sé politici e intellettuali esiliati come Lenin, Bogdanov e Andreev.

Durate gli anni caldi del Novecento giunsero a Capri il poeta Rainer Maria Rilke, il pittore austriaco Kokoshka, l’artista e pacifista tedesco Karl Diefenbach, la figlia di Thomas Mann e lo scrittore e agente britannico per l’MI6, il servizio segreto inglese, Graham Green. Abitò a Capri anche Friedrich Krupp, industriale tedesco di enorme importanza politica per la scena economico-politica europea e soprannominato “il re dei cannoni”. Krupp, fervido anti socialista, fece costruire i Giardini botanici di Augusto, che ora ospitano un monumento in onore di Lenin, che soggiornò a Capri, presso Gorkij nel 1908 dopo la morte di Krupp. Nell’isola visse anche lo scrittore e psichiatra svedese Axel Munthe, che restaurò la bellissima Villa di San Michele, ancora oggi vistabile e custode di bellissimi reperti archeologici. Munthe dovette poi lasciare Capri a causa di una grave malattia agli occhi, aggravata dall’implacabile luce dell’isola. Nella splendida Villa Lysis si ritirò invece il barone Fersen, discendente di quel conte Fersen amante di Maria Antonietta, che venne allontanato dalla Parigi benpensante a causa degli scandali legati alla sua vita libertina. Nella Certosa di San Giacomo, sono custoditi oggi i quadri del simbolista Karl Diefenbach, morto a Capri nel 1913.

Dalla passeggiata del Pizzolungo si ammira invece Villa La Solitaria, dove visse lo scrittore nazionalista scozzese Compton Mackenzie. Altra perla architettonica di Capri è Casa Malaparte, dimora di Curzio Malaparte, scrittore e giornalista italiano vissuto nel Novecento; si tratta di una straordinaria architettura a picco sul mare e di un grandioso esempio di costruzione razionalista integrata con la natura. La primavera è la stagione ideale per riscoprire la storia di Capri e per percorrere, lontani dalle orde di turisti che sciamano nell’isola durante i mesi estivi, i suoi sentieri arroccati, come la Via Krupp che collega il centro del villaggio al mare. Tra marzo e giugno a Capri si riscoprono quei colori che l’afa spesso soffoca nel caldo dell’estate. Con una temperatura media tra i 15 e i 22 gradi, ci si può riposare all’ombra dei famosi colonnati delle ville mediterranee assaggiare prodotti locali come i ravioli capresi a base di ricotta, una fetta della torta caprese di mandorle e cioccolato o sorseggiare un bicchiere di limoncello, perdendosi con lo sguardo nelle acque blu del Mediterraneo.

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