Invece di inutili vertici, fate due cose concrete: corridoi umanitari e non rimpatriate i rifugiati afghani
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Invece di inutili vertici, fate due cose concrete: corridoi umanitari e non rimpatriate i rifugiati afghani

Si tratta di quello che indica l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Ragazzine in Afghanistan
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17 Agosto 2021 - 18.44


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Invece di convocare Consigli di Sicurezza straordinari, vertici europei d’emergenza, fate una cosa utile se ne siete capaci. E’ quella che vi indica l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

“L’Unhcr – recita una nota ufficiale –  ha emesso ieri un avviso di non rimpatrio per l’Afghanistan, chiedendo un divieto di rimpatrio forzato di cittadini afghani, compresi i richiedenti che hanno visto respingere le loro domande di asilo.
Sulla scia del rapido deterioramento della sicurezza e dei diritti umani in gran parte del paese e dell’emergenza umanitaria in corso, l’Unhcr chiede agli Stati di fermare i rimpatri forzati di cittadini afghani la cui domanda di protezione internazionale ha avuto esito negativo. L’Unhcr rimane preoccupata per il rischio di violazioni dei diritti umani contro i civili in questo contesto in evoluzione, comprese le donne e le ragazze e coloro che sono ritenuti di aver un’associazione attuale o precedente con il governo afghano, le organizzazioni internazionali o le forze militari internazionali. Dall’inizio dell’anno, più di 550.000 afghani sono stati costretti a fuggire all’interno del paese a causa del conflitto e dell’insicurezza. Finora i civili sono fuggiti solo sporadicamente e in numero minore nei paesi vicini all’Afghanistan, ma la situazione è in rapida evoluzione.
Poiché la situazione rimane fluida e incerta, l’Unhcr continua a chiedere di garantire l’accesso al territorio per i civili in fuga dall’Afghanistan ed il rispetto del principio di non-refoulement – il divieto di respingere le persone verso situazioni di pericolo – in ogni momento. Gli Stati hanno la responsabilità legale e morale di permettere a coloro che fuggono dall’Afghanistan di cercare sicurezza, e di non rimpatriare forzatamente i rifugiati.
L’Unhcr accoglie con favore le recenti azioni intraprese da diversi Stati per fermare temporaneamente il rimpatrio dei richiedenti asilo diniegati.
L’avviso dell’Unhcr contro i rimpatri forzati in Afghanistan rimane in vigore fino a quando la sicurezza, lo stato di diritto e le condizioni dei diritti umani non miglioreranno abbastanza nel paese da permettere ritorni in sicurezza e dignità”.

 

Seconda cosa utile

Se poi, voi Grandi della Terra, avete ancora un altro briciolo di dignità, e di umanità, fate anche quello che vi chiede chi ha praticato la solidarietà del fare

“L’Europa deve agire per garantire la protezione di quanti fuggono dall’Afghanistan riconquistato dai talebani. In queste ore migliaia di uomini, donne e bambini rischiano la vita semplicemente per avere creduto nei valori della democrazia, della libertà di esprimersi e di studiare.
Chiediamo un impegno anche all’Italia, che per prima ha sperimentato con successo i “corridoi umanitari”, perché adotti questo strumento per facilitare l’evacuazione di profughi afghani.
Da oltre sei anni noi, cattolici e protestanti, lavoriamo insieme per costruire i corridoi umanitari dal Libano e, grazie a un nuovo protocollo con i ministeri dell’Interno e degli Affari esteri stiamo avviando il primo “corridoio umanitario” per 200 profughi dai centri di detenzione della Libia e, parallelamente, per consentire l’evacuazione di altri 300. Sulla base di questa esperienza siamo a disposizione per realizzare un progetto analogo a favore dei profughi afghani, pronti a collaborare con le istituzioni, le amministrazioni locali e altre espressioni della società civile che vogliano condividere questo urgente progetto umanitario. Si possono poi aiutare quegli afghani che, già in Europa, vivono in condizioni di precarietà. Chiediamo a tutti i governi europei di sospendere le pratiche di espulsione già decretate per centinaia di afghani richiedenti asilo e diniegati, e inoltre di riesaminare le domande rigettate vista la drammaticità della situazione sul terreno. Ribadiamo che la forza morale e politica dell’Europa si costruisce anche garantendo diritti e protezione umanitaria a chi è perseguitato ed ha già sofferto il dramma della guerra”. 

A firmare questa nota sono Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio; Luca M. Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia;
Alessandra Trotta, Moderatora della Tavola valdese.

Due cose chiare, semplici, immediate da fare per non coprirvi completamente di vergogna. Diciamo a Lei, Presidente Biden, a Lei, Presidente Macron, a Lei Cancelliera Merkel. E a Lei, Presidente Draghi. Lei che ha parlato più e più volte di diritti umani da salvaguardare, che ha usato parole forti e addolorate di fronte ai civili afghani, uomini, donne, bambini, che premono ai cancelli dell’aeroporto internazionale di Kabul per poter conquistare un posto su quegli aerei che portano in salvo diplomatici e personale di servizio delle ambasciate occidentali. Presidente Draghi, ascolti quel “mondo solidale” che non è andato in ferie. Non rimpatri i rifugiati afghani e operi, subito, per realizzare i corridoi umanitari. Le lacrime non servono. Servono atti di generosità. Lo deve ai 241mila di civili morti nei vent’anni di guerra. E lo deve ai 53 militari italiani che in Afghanistan sono morti per dare sicurezza a quel martoriato Paese. Se ne ricordi. 

 

  

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