Ora Macron e Merkel devono convincere Austria, Danimarca, Olanda e Svezia
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Ora Macron e Merkel devono convincere Austria, Danimarca, Olanda e Svezia

Il ministro dell'Economia francese Le Maire parla dell'accordo Macron-Merkel come "passo storico", per l'omologo tedesco Olaf Scholz è "un grande progresso"

Macron e Merkel
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19 Maggio 2020 - 08.44


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“Un passo storico”. Così il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, descrive l’accordo sul recovery fund raggiunto da Emmanuel Macron e Angela Merkel, sottolineando che “si tratta di un risultato storico per Francia e Germania, ma anche per tutta l’Ue”. Le Maire si aspetta discussioni difficili all’Ecofin. “Occorre cambiare la posizione di altri Stati, in particolare di Austria, Danimarca, Svezia e Olanda”, ha indicato all’assemblea nazionale. “Sara’ una partita difficile, non bisogna nasconderselo”.

Francia e Germania propongono un fondo da 500 miliardi da distribuire agli Stati più colpiti dalla crisi, a fondo perduto, attraverso l’emissione di bond comunitari. Dovranno essere rimborsati da tutti i 27 stati membri a scadenza. 

Un passo storico perché ”è la prima volta che Francia e Germania si trovano d’accordo per finanziare il debito comune e le spese di bilancio della Ue. Per la prima volta – prosegue Bruno Le Maire – possiamo sostenere il rilancio economico nei paesi più toccati dalla crisi del coronavirus, ed evitare le divergenze economiche e di crescita fra gli stati membri Ue e della zona euro. La seconda motivazione è politica, Germania e Francia affermano con forza la volontà della solidarietà all’interno della Ue”. Secondo Le Maire, Parigi e Berlino “sono determinate a lavorare insieme al servizio del bene comune e della costruzione europea”.

Rappresenta un “grande progresso” per l’Ue, afferma il ministro alle Finanze tedesco Olaf Scholz, secondo il quale ”è un bene per il necessario consenso in Europa” che la Germania e la Francia abbiano elaborato una proposta comune. A detta di Scholz, “questo nuovo fondo da 500 miliardi metterà in condizione l’Europa a uscire unita dalla crisi e anche a diventare più forte”. 

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Apertura in deciso ribasso per lo spread fra Btp e Bund
che segna 205 punti contro i 215 di ieri quando aveva visto già un notevole calo da quota 238 punti. Il focus degli investitori è al maxi piano da 500 miliardi di euro presentato da Francia e Germania per l’emergenza Covid che attinga dal bilancio Ue e non da prestiti.

Cinquecento miliardi per rilanciare l’economia del Vecchio Continente: una proposta declinata in quattro pagine di documento congiunto, per rimettersi alla testa dell’Europa che cerca di uscire dalla crisi del coronavirus. Francia e Germania, finora su fronti opposti riguardo la strategia da seguire per fare fronte all’emergenza economica generata dal Covid-19, ritrovano l’unità e lanciano la loro idea alla Commissione europea, impegnata in questi giorni a costruire un non semplice consenso intorno al Recovery fund, il fondo per la ripresa su cui la presidente Ursula von der Leyen presenterà la sua proposta la settimana prossima, il 27 maggio.

Il documento franco-tedesco vuole presentarsi come un compromesso tra la posizione dei Paesi dell’Europa meridionale, con Italia e Francia in testa, e quella dei nordici più rigorosi dal punto di vista fiscale, di cui la Germania è capofila. Da un lato le dimensioni chieste per il fondo, 500 miliardi appunto, appaiono nettamente inferiori rispetto alla richiesta della sponda Sud, che finora ha spinto per uno stanziamento di almeno 1.000 miliardi. Dall’altro, secondo il meccanismo proposto da Parigi e Berlino, queste sovvenzioni – incardinate sul bilancio pluriennale europeo – dovrebbero essere a fondo perduto, un aspetto che ha fatto finora storcere il naso ai falchi del nord. Gli aiuti “non saranno rimborsati dai destinatari” ma “dagli Stati membri”, ha spiegato il presidente francese Emmanuel Macron presentando la proposta in conferenza stampa con la cancelliera tedesca Angela Merkel. La quale ha sottolineato che il denaro arriverà “dal bilancio dell’Ue, quindi non prestiti” e sarà messo “a diposizione delle regioni e dei settori più colpiti dalla pandemia”.

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Con il piano franco-tedesco si introdurrebbe anche una prima forma di emissione di debito comune: la Commissione sarebbe infatti autorizzata a finanziare il Fondo per la ripresa andando a prendere denaro a prestito sui mercati in nome dell’Unione europea. Mentre suona invece molto vicino alla sensibilità dei rigoristi il passaggio in cui si specifica che gli aiuti saranno basati “su un chiaro impegno degli Stati membri ad applicare politiche economiche sane e un’ambiziosa agenda di riforme”. Una posizione a metà strada, insomma, su cui tuttavia l’unanimità resta ancora tutta da trovare. Von der Leyen incassa per ora l’assist franco-tedesco, che “va – dice – nella direzione della proposta su cui sta lavorando la Commissione”.

Ma ora bisognerà tenere conto anche delle opinioni di tutti gli altri Stati membri, oltre che del Parlamento europeo. L’Italia si dice soddisfatta, con Palazzo Chigi che considera la proposta “un buon punto di partenza”, anche se ancora “da ampliare”. Una posizione, sottolineano dal Governo riguardo al documento franco-tedesco, che “è frutto del lavoro congiunto con altri partner europei, in primis l’Italia”. Anche se sul fronte degli inflessibili iniziano già ad arrivare dei distinguo: la prima a rompere le fila è stata l’Austria, secondo cui il sostegno dell’Ue deve concretizzarsi in “prestiti, non aiuti”. Insomma anche nei prossimi giorni ci sarà ancora molto da discutere ai tavoli europei, a partire dall’Ecofin di domani, dove le posizioni appaiono ancora distanti sull’ampiezza e la composizione del fondo per la ripresa. La prima reazione dei mercati, con lo spread in deciso calo a 215 punti base dopo l’annuncio di Parigi e Berlino, è stata decisamente positiva. Meno quella del leader della Lega Matteo Salvini: “Oggi Merkel e Macron hanno fatto una conferenza stampa da soli. Non si capisce se c’è una Ue o decidono tutto Francia e Germania. Così il Recovery fund è dimezzato ed è solo un prestito destinato ad alcuni settori”. 

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