Gaza, Msf racconta l'orrore: "Feriti e bambini malnutriti, straziante dover scegliere a chi dare un letto"
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Gaza, Msf racconta l'orrore: "Feriti e bambini malnutriti, straziante dover scegliere a chi dare un letto"

Così Chris Lockyear, Segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf), descrive quello che ha visto entrando nell'ospedale di al-Aqsa, nel centro della Striscia di Gaza,

Gaza, Msf racconta l'orrore: "Feriti e bambini malnutriti, straziante dover scegliere a chi dare un letto"
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21 Marzo 2024 - 13.07


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«Tre, quattro bambini per letto d’ospedale». E sono «bambini malnutriti», ricoverati fianco a fianco con «pazienti che hanno subito un trauma», ovvero «ferite d’arma da fuoco, ferite da schegge». Davanti a loro medici costretti a prendere «decisioni davvero strazianti», ovvero se «dare un letto a un bambino malnutrito o a un paziente che ha subito un trauma».

Così Chris Lockyear, Segretario generale di Medici Senza Frontiere (Msf), descrive quello che ha visto entrando nell’ospedale di al-Aqsa, nel centro della Striscia di Gaza, la cosiddetta `Middle area´. Si tratta di uno scenario che «non avevo mai visto prima in un ospedale», racconta, «è un crocevia di una valanga di bisogni che necessitano tutti di cure e sostegno urgenti».

«L’impatto che si vede maggiormente di questa guerra sono ovviamente le ferite da arma da fuoco, le ferite da schegge, ma la malnutrizione è una delle conseguenze inevitabili dell’assedio di Gaza e il bombardamento subito negli ultimi cinque mesi», prosegue Lockyear. Ed è «un numero crescente» quello dei «casi di malnutrizione che stiamo riscontrando». Entrato nelle scorse ore nell’enclave palestinese, dopo aver denunciato un mese fa al Consiglio di sicurezza dell’Onu che a Gaza «non esiste più un sistema sanitario», Lockyear parla anche di «trauma psicologico inevitabile».

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Descrivendo il «sovraffollamento» che ha visto «nell’ospedale di al-Aqsa, ci sono persone ovunque, pazienti convalescenti nei corridoi in attesa di essere sottoposti a interventi chirurgici o di essere medicati», il Segretario generale di Msf afferma che «quello che stiamo vedendo nell’ospedale di al-Aqsa, sono sicuro, è quello che accade anche nelle poche altre strutture sanitarie rimaste a Gaza». Insomma, «la pressione sull’ospedale di al-Aqsa è atroce» ed entrando «nell’obitorio ci sono corpi ovunque».

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