Il pellegrinaggio continua. Per il terzo giorno consecutivo, russi compostamente in fila per rendere omaggio alla tomba di Alexei Navalny, al cimitero moscovita di Borisov, il quartiere che fu del dissidente politico.
Persone di tutte le età, fiori in mano, in fila per raggiungere la tomba di Navalny, coperta da una montagna di fiori, di biglietti, di piccole cose che facciano sentire l’affetto dei russi, la riconoscenza per una vita spesa per la libertà.
Centinaia e centinaia di persone, accompagnate da una bella domenica di sole e da una temperatura affatto rigida. Ai bordi della lunga fila, la neve comincia a sciogliersi, poco distante una discreta sorveglianza di polizia.
Persone di tutte le età, tanti giovani, molti bambini. I russi vogliono far vedere loro, raccontare, farli testimoni di un passaggio storico di un Paese che sogna una Russia senza Putin, come dicevano gli slogan urlati durante il funerale.
Fila composta, che si muove velocemente, senza intoppi. Ormai sono numeri alti quelli che riferiscono dei russi alla tomba di Navalny. Una società che conteggia i flussi durante gli eventi pubblici ha calcolato che nelle ore delle esequie al cimitero sono arrivate quasi 30mila persone, solo contando quelli che hanno attraversato il ponte che porta al Borisov, senza calcolare quanti sono arrivati in metropolitana.
