Il capo della diplomazia dell’UE, Josep Borrell, martedì ha condannato “con forza” gli attacchi commessi “dai coloni israeliani contro i palestinesi” nella Cisgiordania occupata, esprimendo “grave preoccupazione” per la questione.
Nei colloqui con i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Egitto e Giordania e con il segretario generale dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC), Borrell ha anche affrontato “l’urgente necessità di ripristinare l’orizzonte politico e rilanciare il processo di pace, nonché di raggiungere una soluzione permanente e duratura di questo conflitto, basata sulla soluzione dei due Stati”, secondo un comunicato stampa.
Il portavoce dell’UE per gli Affari esteri, Peter Stano, ha dichiarato che la situazione in Cisgiordania “potrebbe sfuggire di mano” e ha messo in guardia dal “rischio di una pericolosa escalation del conflitto”.
“Israele ha il dovere di proteggere i civili in Cisgiordania dalla violenza dei coloni estremisti, di chiedere conto ai responsabili e di garantire l’intervento dell’IDF. Si tratta di un obbligo legale che deve essere rispettato”, ha aggiunto.
Israele ha lanciato intensi raid e attacchi aerei su Gaza dal 7 ottobre, quando i militanti di Hamas sono usciti dalla Striscia di Gaza e hanno attaccato villaggi e postazioni militari israeliane, uccidendo circa 1.400 persone e prendendo 240 ostaggi.
Secondo il Ministero della Sanità guidato da Hamas, i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza hanno ucciso più di 8.500 persone.
Le forze israeliane hanno intensificato le operazioni anche in Cisgiordania, occupata dalla guerra arabo-israeliana del 1967.
Secondo il Ministero della Sanità con sede a Ramallah, almeno 122 palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane o dai coloni in Cisgiordania dal 7 ottobre.
Martedì l’esercito israeliano ha demolito la casa in Cisgiordania di Saleh al-Aruri, numero due di Hamas in esilio.
L’esercito israeliano ha dichiarato che le sue forze sono entrate nel villaggio di Arura, vicino a Ramallah, e hanno sparato contro le persone che lanciavano pietre durante la demolizione.
