L'Onu denuncia la morte di 10 mila civili in Ucraina: ma le cifre ufficiali sono sotto-stimate
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L'Onu denuncia la morte di 10 mila civili in Ucraina: ma le cifre ufficiali sono sotto-stimate

Sarebbero circa 10mila i civili uccisi e decine di migliaia quelli rimasti feriti in Ucraina dall'inizio dell'invasione russa nel febbraio 2022

L'Onu denuncia la morte di 10 mila civili in Ucraina: ma le cifre ufficiali sono sotto-stimate
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5 Ottobre 2023 - 11.29


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Sarebbero circa 10mila i civili uccisi e decine di migliaia quelli rimasti feriti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. E’ questa la stima sul numero di vittime tra la popolazione contenuta nel rapporto della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite, secondo il quale la violenza dei combattimenti degli ultimi mesi ha causato una media di sei morti e 20 feriti ogni giorno tra febbraio e luglio di quest’anno.

«La guerra ha devastato la vita di milioni di ucraini, compresi i bambini, che dovranno convivere per molti anni con un’orribile eredità di perdite umane, distruzione fisica e danni ambientali, in particolare la contaminazione da residuati bellici esplosivi», ha affermato Danielle Bell, capo della missione.

In realtà sono numeri sottostimati perché non comprendono i morti nelle aree occupate o dove a inizio guerra ci sono state le battaglie più cruente come a Mariupol.

La guerra – denuncia l’Onu – ha portato milioni di ucraini a scendere al di sotto della soglia di povertà, situazione peggiorata con gli attacchi russi alle infrastrutture agricole o la distruzione della diga di Kakhovka nel mese di giugno, che ha causato gravi conseguenze, dalle inondazioni a un disastro ambientale che «avrà effetti negativi a lungo termine sulle persone che vivono nella zona”. Gli osservatori della missione hanno denunciato attacchi missilistici russi contro civili e strutture agricole, oltre a torture, maltrattamenti, finte esecuzioni, violenze sessuali e detenzioni arbitrarie.

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La missione, sebbene abbia indicato progressi su alcune questioni nei territori controllati dall’Ucraina, ha notato la «continua persecuzione di migliaia di individui», accusati di collaborare con i russi nelle aree precedentemente occupate.

L’organizzazione ha messo poi a confronto il rifiuto della Russia di consentire l’accesso agli osservatori delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’«accesso illimitato» concesso dalle autorità ucraine alle loro prigioni e ai campi di prigionia.

Il rapporto sottolinea anche la mancanza di trasparenza riguardo ai bambini ucraini trasferiti in altre zone occupate o deportati in Russia, come nel caso di alcuni bambini che, con il presunto consenso dei genitori, sarebbero stati mandati in un campo estivo ma che non sono ancora tornati a casa. Sono poi state documentate pressioni sui cittadini dei territori occupati affinché accettassero la nazionalità russa e reclutassero uomini per servire nell’esercito.

La Missione delle Nazioni Unite chiede poi ulteriori indagini sull’attacco del luglio 2022 al carcere di Olevnika, che ha causato la morte di 51 prigionieri di guerra ucraini ed il ferimento di altri 139 ed esclude che un razzo Himars sia stato utilizzato nell’attacco.

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