Fugge dalla Russia l'attore che si era tagliato le vene in scena contro la guerra di Putin
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Fugge dalla Russia l'attore che si era tagliato le vene in scena contro la guerra di Putin

Artur Shuvalov alla fine dello spettacolo, sul palco, nel momento in cui attori e regista si inchinano si colpì al braccio con un coltello contro la guerra in Ucraina

Fugge dalla Russia l'attore che si era tagliato le vene in scena contro la guerra di Putin
Artur Shuvalov si taglia un braccio per protesta contro la guerra di Putin
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30 Aprile 2023 - 21.31


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Per protesta, aveva fatto un gesto clamoroso: alla fine dello spettacolo, sul palco, nel momento in cui attori e regista si inchinano per ringraziare il pubblico, si colpì ripetutamente al braccio con un coltello. Un attore di Artur Shuvalov, attore di Ulan-Ude, contestava così anche la direzione del Teatro drammatico russo di Buriazia, che lo perseguitava per la sua posizione contro la guerra. Oggi l’attore fa sapere di essere riuscito a lasciare la Russia. In Russia, Shuvalov era stato minacciato di ricovero forzato in un ospedale psichiatrico.

Era il 29 marzo quando Shuvalov si è tagliato più volte sul braccio con un coltello alla fine dello spettacolo “The Wrong Side”. la direzione del teatro aveva fatto ripetutamente pressione su di lui e aveva cercato in ogni modo di licenziarlo. Come del resto era stata licenziata moglie, proprio nel giorno del clamoroso gesto sulla scena.

Prima di tagliarsi le vene, Shuvalov, insieme ad altri artisti, aveva chiesto il ritorno del direttore artistico del teatro, Sergei Levitsky, che era stato licenziato nel 2022 per la sua posizione contro la guerra. In segno di protesta, gli artisti avevano scritto un documento critico al nuovo direttore artistico Vyacheslav Dyachenko e rimosso un poster con la lettera Z dall’edificio del teatro. Dyachenko, a differenza di Levitsky, è sempre stato un sostenitore dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Secondo Shuvalov, la decisione di mandarlo in un ospedale psichiatrico era stata presa personalmente dal capo della Buriazia, Alexei Tsydenov, dopo un incontro con il ministro della Cultura della Repubblica, Soelma Dagaeva. Con queste premesse, lasciare la Russia era diventato un  imperativo. In attesa di tempi migliori.

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