La strategia della Russia per sfuggire a quello che loro chiamano l’accerchiamento dell’Occidente passa anche per ottenere consenti nei paesi che hanno contenzioni che derivano dal vecchio colonialismo britannico e francese, come la presa di posizione di Medvedev sulla sovranità argentina delle Malvinas (o Falkland)
E adesso il Cremlino punta ad una alleanza con i paesi islamici in chiave anti-liberale. E lo ha detto chiaramente.
L’ulteriore rafforzamento delle relazioni con i Paesi del mondo islamico è una delle aree prioritarie della politica estera russa, ha dichiarato lunedì il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov.
“La Russia, la più grande potenza eurasiatica, uno Stato, una civiltà, intrattiene relazioni buone, eque e reciprocamente rispettose con tutti i Paesi del mondo islamico”, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov durante una riunione del Gruppo di visione strategica Russia-Mondo islamico.
“Il loro ulteriore sviluppo è tra le continue priorità della politica estera della Russia”.
La Russia “insieme ai suoi amici degli Stati musulmani insiste sulla formazione di un ordine mondiale multipolare più equo e democratico, che si basa sui principi della Carta delle Nazioni Unite“, ha sottolineato Lavrov.
“Rifiutiamo i valori ultraliberali che l’Occidente collettivo sta aggressivamente cercando di imporre”.
Cosa esattamente significhi ‘liberalismo’ (nella concezione di Lavrov) non è dato capire. Perché mentre da un lato ha parlato di democrazia, dall’altro, nel nome del contrasto al liberalismo invia società autoritarie, tradizionaliste, omofobe e perfino teocratiche.