La Russia brucia le proprie eccedenze di gas, le fiamme riprese dai satelliti Nasa
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La Russia brucia le proprie eccedenze di gas, le fiamme riprese dai satelliti Nasa

I sistemi di monitoraggio incendi della Nasa avrebbero catturato un'enorme fiamma in corrispondenza del gigante del gas Gazprom.

La Russia brucia le proprie eccedenze di gas, le fiamme riprese dai satelliti Nasa
Il Nord Stream
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9 Agosto 2022 - 15.27


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La Russia starebbe bruciando il gas in eccesso che non riesce più a vendere all’Europa dopo il taglio delle forniture attraverso il gasdotto Nord Stream.

La prova sarebbe da ricercare nelle fiamme che si alzano dalla stazione di compressione di Portovaya che, catturate dal sistema di monitoraggio degli incendi della Nasa, a detta del quotidiano spagnolo El Mundo sarebbero la prova che Mosca starebbe bruciando il combustibile in eccesso. I satelliti della Nasa hanno rilevato, infatti, un’enorme fiamma che si leva proprio dall’impianto di proprietà del gigante del gas Gazprom. Non un incidente, quindi, ma un processo deciso dai vertici del colosso energetico russo che, limitando il proprio export, si trova a dover gestire un accumulo eccessivo del combustibile fossile.

“Senza opportunità di vendita in Asia e senza i suoi clienti europei, a cui è stato destinato l’83% delle esportazioni di gas naturale diretto prima della guerra contro l’Ucraina, la Russia ha poche opportunità di vendita”, spiega il quotidiano spagnolo aggiungendo che Putin avrebbe così deciso di ricorrere al flaring, una pratica che consiste nel bruciare senza recupero energetico il gas naturale in eccesso estratto.

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Una pratica che, secondo quanto rilevato dalla Nasa, sarebbe iniziata il 17 giugno, proprio in concomitanza con le prime riduzioni dei flussi verso l’Europa, via Nord Stream, tagliate all’epoca al 40% della capacità (e poi ridotte ulteriormente al 20%). La stazione di compressione di Portovaya è vicino al confine con la Finlandia e la tv Yle, oltre alle immagini Nasa, cita anche dei testimoni oculari.

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