Russia, ecco i misteriosi viaggi di Abramovich tra Tel Aviv, Istanbul e Mosca. Potrebbe mediare per Putin?
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Russia, ecco i misteriosi viaggi di Abramovich tra Tel Aviv, Istanbul e Mosca. Potrebbe mediare per Putin?

L'ipotesi è che l'oligarca russo stia trattando per Putin. Intanto, la Bbc pubblica un'inchiesta nella quale vengono evidenziati gli aiuti di Putin e Eltsin al magnate russo

Russia, ecco i misteriosi viaggi di Abramovich tra Tel Aviv, Istanbul e Mosca. Potrebbe mediare per Putin?
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15 Marzo 2022 - 14.58


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Abramovich negli ultimi quattro giorni ha fatto la spola tra due città, prima di approdare a Mosca: Tel Aviv (Israele), e Istanbul (Turchia). Le ultime notizie ci dicono che un jet riconducibile all’oligarca russo Roman Abramovich è atterrato nella capitale russa. A rivelarlo sono i tracciati del sito Flightradar24 che tiene sotto controllo tutti i velivoli civili. Andando a controllare i voli effettuati dal lussuoso Gulfstream G650ER appartenente all’oligarca scopriamo che in quattro giorni ha viaggiato molto.

Per quale motivo? Potrebbe esserci sicuramente l’intenzione di portare in Israele la famiglia, Abramovich ha anche passaporto israeliano. Oppure potrebbe esserci anche l’ipotesi di una mediazione con Putin, i tre Paesi toccati sono tutti coinvolti nelle trattativa segreta per cercare una soluzione diplomatica al conflitto ucraino. E la figura di Abramovich era stata nelle scorse settimane accostata a quella del possibile mediatore con Putin. Intanto però dalla Gran Bretagna arriva un’inchiesta della Bbc che “distrugge” il mito di Roman Abramovic.

L’inchiesta della Bbc ha portato alla luce nuove prove sulle vicende di corruzione che hanno contribuito all’espansione della fortuna di Roman Abramovich. Il proprietario del Chelsea accumulò miliardi grazie all’acquisto di una compagnia petrolifera dal governo russo, in un’asta truccata del 1995. Abramovich pagò circa 250 milioni di dollari (228 milioni di euro) per la Sibneft, poi rivenduta al governo russo nel 2005 per 13 miliardi di dollari (11,87 miliardi di euro). I suoi legali hanno sempre affermato che le notizie sull’uso di azioni criminali da parte dell’oligarca fossero prive di fondamento. Anche se lo stesso Abramovich ha riconosciuto in tribunale in Gran Bretagna di aver pagato mazzette per far decollare l’affare Sibneft.

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A far iniziare il processo è stata la denuncia a Londra dal suo ex socio in affari Boris Berezovsky, nel 2012. Abramovich ha vinto la causa, ma ai giudici ha descritto come l’asta originale della Sibneft fosse stata truccata in suo favore e come diede a Berezovsky 10 milioni per pagare un funzionario del Cremlino. Bbc Panorama ha ottenuto un documento che si pensa sia stato contrabbandato fuori dalla Russia. L’informazione è stata data al programma da una fonte confidenziale, che sostiene sia stata copiata in segreto dai file su Abramovich in possesso delle forze dell’ordine russe. La Bbc non ha potuto verificarla, ma le verifiche con altre fonti in Russia hanno confermato molti dei dettagli contenuti nel documento di cinque pagine.

Il documento sostiene che il governo russo è stato frodato di 2,47 miliardi di euro nella trattativa Sibneft, accusa suffragata da un’inchiesta parlamentare russa del 1997. Il documento afferma inoltre che le autorità russe volevano incriminare Abramovich per frode. “Gli inquirenti del Dipartimento per i reati economici”, si legge, “sono giunti alla conclusione che se Abramovich fosse stato processato avrebbe dovuto fronteggiare accuse di frode” da parte di un gruppo criminale organizzato. Panorama ha rintracciato l’ex procuratore capo della Russia, che ha indagato sull’accordo negli anni Novanta. Yuri Skuratov era ignaro del documento segreto, ma ha confermato in forma indipendente molti dei dettagli sulla vendita della Sibneft.

Al programma, Skuratov ha dichiarato: “Fondamentalmente, si trattava di uno schema fraudolento, in cui quanti hanno preso parte alla privatizzazione hanno formato un gruppo criminale che ha permesso ad Abramovich e Berezovsky di ingannare il governo e non pagare i soldi che questa società davvero valeva”. Dal documento emerge inoltre che Abramovich godeva della protezione dell’ex presidente russo Boris Eltsin. Il documento afferma che i file delle forze dell’ordine su Abramovich sono stati trasferiti al Cremlino e che un’indagine di Skuratov è stata bloccata dal presidente. “Skuratov stava preparando un procedimento penale per il sequestro della Sibneft sulla base dell’indagine sulla sua privatizzazione. L’indagine è stata interrotta dal presidente Eltsin… Skuratov è stato sollevato dall’incarico”, recita il documento.

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Skuratov è stato licenziato dopo la pubblicazione di un ‘sex tape’ nel 1999: ha parlato di una trappola per screditare lui e la sua indagine. “Tutta questa faccenda”, ha spiegato, “era ovviamente politica, perché nelle mie indagini mi sono avvicinato molto alla famiglia di Boris Eltsin, anche attraverso questa indagine sulla privatizzazione della Sibneft”.

Abramovich è rimasto nella cerchia ristretta del Cremlino quando Vladimir Putin è salito al potere nel 2000. Il documento contiene i dettagli di un’altra asta truccata due anni dopo, che coinvolse una compagnia petrolifera russa chiamata Slavneft. Abramovich ha stretto una partnership con un’altra azienda per acquistare Slavneft, ma un’azienda cinese rivale aveva in programma di fare un’offerta quasi doppia. Molte persone potenti – dal Cremlino al parlamento russo – avrebbero perso terreno se i cinesi avessero vinto l’asta: il documento afferma che un membro della delegazione cinese è stato rapito quando sono arrivati a Mosca per l’asta. “La Cnpc, azienda cinese, un concorrente molto forte, ha dovuto ritirarsi dall’asta dopo che uno dei suoi rappresentanti è stato rapito all’arrivo all’aeroporto di Mosca ed è stato rilasciato solo dopo che la società ha annunciato il proprio ritiro”. La storia del rapimento è supportata da fonti indipendenti che non erano a

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La vicinanza con Putin, però, potrebbe essere ora usata nel tentativo di mediare sulla guerra in Ucraina. Secondo il quotidiano Bild, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ha incontrato Roman Abramovich a Mosca per diverse ore giovedì 10 marzo. Lo scopo della missione diplomatica individuale del lobbista di Gazprom – e su richiesta di chi sia avvenuta – resta poco chiaro. Schroeder, che non si è dimesso dai suoi incarichi di presidente del consiglio di sorveglianza di Nord Stream AG e Rosneft malgrado gli appelli del governo tedesco, ha incontrato inoltre il capo delle delegazioni russe nei colloqui con l’Ucraina, Vladimir Medinsky, dopo essersi recato a Mosca. Il tabloid ha riferito che Schroeder ha incontrato Abramovich nel lussuoso hotel Kempinski, vicino al Cremlino. Lo staff del cancelliere tedesco Olaf Scholz ha detto la scorsa settimana di aver appreso del viaggio dell’ex cancelliere a Mosca solo attraverso la stampa, mentre la parte ucraina ha negato di aver incaricato Schroeder di agire da intermediario con il suo amico di vecchia data Vladimir Putin.

E dopo la Gran Bretagna anche l’Unione europea ha, attraverso il quarto pacchetto di sanzioni contro la Russia, congelato dei beni per Roman Abramovich. All’oligarca sono anche vietati i viaggi in territorio europeo.

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