La variante Delta corre in Iran, record di morti in 24 ore: oltre 500
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La variante Delta corre in Iran, record di morti in 24 ore: oltre 500

Il ministero della Sanità iraniana annuncia che il bilancio delle vittime è salito a 94mila

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8 Agosto 2021 - 17.11


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La situazione è sempre la stessa: quando la potenza del virus viene sottostimata e la campagna vaccinale stenta a decollare, si hanno sempre delle conseguenze drammatiche.

Il ministero della Sanità iraniano ha riportato più di 500 decessi per il coronavirus nelle ultime 24 ore, un record dall’inizio della pandemia nel Paese più colpito della regione.

L’Iran ha registrato per la precisione 542 morti e 39.619 nuovi casi in 24 ore, portando il bilancio totale delle vittime a 94.015 su 4.158.729 casi, ha affermato il ministero.

Il precedente record di morti risale al 26 aprile, con 496 morti.

Per ammissione delle stesse autorità sanitarie nazionali, le statistiche ufficiali sull’epidemia sono ampiamente sottostimate.

Dalla fine di giugno l’Iran fatica a contenere quella che il governo presenta come una “quinta ondata” dell’epidemia, causata dalla diffusione della variante delta.

 Come molti Paesi, l’Iran conta sui vaccini per uscire dalla crisi, ma la campagna lanciata all’inizio di febbraio non sta procedendo così rapidamente come vorrebbero le autorità.

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Soffocata dalle sanzioni statunitensi, la Repubblica islamica afferma di faticare a trasferire i fondi all’estero per acquistare i vaccini.

Più di 12,5 milioni di persone, su 83 milioni di abitanti, hanno ricevuto una prima dose, mentre solo a 3,7 milioni sono state somministrate due dosi, secondo il ministero della Salute.

Il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei lunedì ha ordinato ai responsabili sanitari di adottare “misure necessarie” per contenere il virus.

Il nuovo presidente Ebrahim Raissi ha dichiarato sabato che un piano “per trasformare il modo in cui combattiamo il coronavirus” sarà studiato la prossima settimana.

Raissi ha anche promesso di sostenere “la produzione di vaccini iraniani” senza “esitare” ad importarli dall’estero.

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