L'avvertimento del Congresso curdo: "L'aggressione della Turchia produrrà una crisi umanitaria"
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L'avvertimento del Congresso curdo: "L'aggressione della Turchia produrrà una crisi umanitaria"

Oltre che la rinascita dell'Isis: il Knk lancia un appello all'Onu, all'Ue e a tutte le autorità competenti per impedire la catastrofe

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7 Ottobre 2019 - 16.18


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Il Consiglio esecutivo del Knk – il Congresso Nazionale Curdo – lancia un avvertimento: “L’aggressione dello Stato turco contro il nord-est della Siria causerà disastri umanitari e comporterà la rinascita dell’Isis”. 
“Chiediamo alle Nazioni Unite, all’Ue, al Consiglio d’Europa e agli altri membri della Coalizione Globale di sconfiggere l’Isis e al Congresso degli Stati Uniti di prendere una posizione chiara contro le aspirazioni della Turchia di invadere e occupare il Nord-Est della Siria – dice il Knk – Facciamo un appello inoltre alle comunità internazionali e alle organizzazioni della società civile di tutto il mondo di agire immediatamente contro la minaccia del risveglio dell’Isis e dell’annientamento dei popoli del Nord-Est della Siria da parte della Turchia”.
Un’invasione turca e la conseguente crisi della sicurezza “porranno le basi per una rinascita dell’Isis che avrà come obiettivo l’amministrazione autonoma democratica istituita dai popoli della regione e mirerà a sostituirla con un cosiddetto ‘Stato Islamico’ – prosegue – mediante genocidio, femminicidio e etnocidio, non solo dei curdi, ma anche di altri gruppi etnici e religiosi indigeni della regione, tra cui arabi, cristiani (armeni, assiri, caldei e siriaci), turkmeni, ceceni, alleviti e yazidi. Molti di questi gruppi hanno ricevuto, per la prima volta, voce nei loro affari con l’istituzione dell’mministrazione autonoma democratica, e ora affrontano massacri per mano dell’esercito turco e dei loro alleati jihadisti”.
Da quando è stata istituita l’amministrazione autonoma democratica nel Nord-Est della Siria, il confine tra Turchia e Siria settentrionale e orientale “è stato fortemente messo in sicurezza e nessuna azione armata contro la Turchia ha mai avuto origine da questo territorio”. Per il Knk “è chiaro che le accuse dello stato turco relative alle minacce sui suoi confini nel Nord-Est della Siria non sono veritiere”.
Nei colloqui mediati dall’amministrazione americana tra l’autonomia amministrativa democratica della Siria settentrionale e orientale e lo stato turco, l’autonomia amministrativa e le forze democratiche siriane (SDF) “hanno dimostrato la loro volontà di lavorare con tutti nella regione per una pace duratura”.
L’autogestione “ha aderito all’attuazione dell’Accordo sul Meccanismo di Sicurezza che ha coordinato gli sforzi delle forze armate statunitensi e turche intorno alle regioni frontaliere allo scopo di consentire alla coalizione guidata dagli Stati Uniti e alle SDF di rimanere concentrati sulla sconfitta dell’Isis”.
Come visto nella dichiarazione di ieri rilasciata dalla Casa Bianca, continua la nota, “il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno violato l’accordo negoziato tra l’amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale e lo stato turco”.
Questa affermazione dimostra che “gli Stati Uniti hanno apparentemente abbandonato il ruolo di mediatore e abbandonato la Siria settentrionale e orientale, permettendo a un’oasi di stabilità e coesistenza di entrare in un altro periodo di sanguinosi conflitti”. Inoltre, l’idea di consegnare i combattenti dell’Isis responsabili, catturati e imprigionati nel Nord-Est della Siria negli ultimi anni allo stato turco “è ironica e ridicola, poiché molti di questi combattenti provenivano dalla Turchia ed erano sostenuti proprio dallo stato turco”. Questi 70.000 prigionieri dell’Isis attualmente sotto la custodia delle autorità dell’amministrazione autonoma “rappresentano un immediato rischio per la sicurezza a livello regionale e internazionale in quanto vi è un grande pericolo per queste popolazioni di prigionieri che agiscono da incubatrice per la rinascita del cosiddetto Stato islamico”, conclude il Congresso nazionale curdo. 

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