Ora Trump frena. Ma nel Mediterraneo sono iniziate le grandi manovre
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Ora Trump frena. Ma nel Mediterraneo sono iniziate le grandi manovre

Il presidente americano su Twitter frena sull'ipotesi immediata di invio di missili. Colloqui serrati tra diplomazie. La Germania si smarca, la Ue tace. Ma aerei Usa e navi russe presidiano l'area

Portaerei americana
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12 Aprile 2018 - 12.06


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Trump, dopo aver lanciato l’allarme e acceso animi, reazioni e interventi delle diplomazie di mezzo mondo, fa una piccola marcia indietro. “Mai detto quando avrebbe avuto luogo un attacco alla Siria. Potrebbe essere molto presto oppure no”, ha twittato il presidente americano. Il tycoon ricordato che in ogni caso, gli Usa, sotto la sua amministrazione, già “hanno fatto un grande lavoro per liberare la regione dell’Isis?. 

Mosca ritiene “assolutamente necessario” evitare un’escalation in Siria e ha aperto un canale di comunicazione con Washington per cercare di abbassare la tensione.

Il ministero della Difesa russo ha chiesto al Pentagono di conoscere in anticipo le coordinate di un eventuale attacco missilistico e la Marina di Mosca ha limitato la navigazione nell’area vicino alla costa della Siria. E questo ‘accordo’ sembra la replica di quanto accadde un anno fa, quando gli Usa bombardorono in Siria solo vecchie aerei delle milizie di Damasco.

Di fatto, tweet a parte, gli aerei da ricognizione dell’Aeronautica Usa continuano a sorvolare l’area: due sono atterrati nelle ultime 24 ore sull’isola di Creta. Attualmente nel Mar Mediterraneo vi sono circa 15 navi da guerra russe e unità  che riforniscono la flotta del Mar Nero. Mosca ha fatto sapere che un attacco contro le sue navi avrebbe “conseguenze catastrofiche”. Il presidente siriano, Bashar al-Assad, da parte sua ha avvertito che “un’azione occidentale destabilizzera’ ulteriormente la regione” e il suo collega turco, Recep Teyyip Erdogan, preoccupato per la situazione, ha sentito al telefono Trump e in giornata contattera’ anche Vladimir Putin per “discutere di come fermare questi massacri con armi chimiche”. Londra e Parigi, intanto, si preparano a un possibile attacco. Dalla Gran Bretagna sono partiti per il Mediterraneo due sottomarini della classe Astute in grado di lanciare missili da crociera Tomahawk IV con una gittata di 1.600 chilometri.
Le posizioni  delle diplomazie sono diverse.  Vediamole.
Francia: il presidente francese, Emmanuel Macron, ha insistito sulla necessità di impedire a Damasco di usare ancora armi chimiche ma ha assicurato che “in nessun caso la Francia provocherà un’escalation che possa minacciare la stabilita’ della regione”.
Germania: il Paese tedesco  “non parteciperà a nessuna operazione militare contro la Siria” ma “sosterrà  ogni messaggio volta a sottolineare che l’uso di armi chimiche e’ inaccettabile”. La cancelliera tedesca Angela Merkel interviene sulla questione di possibili attacchi alla Siria invitando a “mostrarsi uniti” e a valutare “tutto l’ampio spettro di misure possibili” nelle discussioni sulla Siria. 
Unione Europea: nessun commento da parte dell’Unione europea  ma Bruxelles ribadisce la sua “condanna più ferma per l’uso di armi chimiche”. Lo dice una portavoce della Commissione europea rispondendo alle domande dei giornalisti che facevano notare la mancanza di una presa di posizione della Commissione in una fase molto delicata. L’Unione europea “ha una posizione – ha risposto la portavoce – che è quella che è stata espressa la scorsa settimana dopo l’ultimo attacco del regime siriano. La Siria sarà  uno dei punti all’ordine del giorno del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo di lunedi prossimo”. 

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