L'offensiva turca su Afrin indebolisce la lotta dei curdi contro l'Isis
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L'offensiva turca su Afrin indebolisce la lotta dei curdi contro l'Isis

I curdi costretti a spostare nell'enclave attaccata dai militari da Erdogan centinaia di combattenti che stavano scacciando i miliziani del califfato dai territorio che controllava.

combattenti curdi
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8 Marzo 2018 - 09.08


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L’offensiva turca nella Siria occidentale sta comportando uno stravolgimento della guerra di terra all’Isis, a tutto vantaggio dei guerriglieri jihadisti che stanno vedendo diminuire le forze ad essi contrapposte, spostate verso l’enclave curda di Afrin.
Secondo alcune informazioni, gli Stati Uniti tengono sotto controllo costante l’accumulo di combattenti pro-Assad che si stanno ammassando nell’area, dove a febbraio un’altra forza simile ha attaccato le forze curde e statunitensi. In quell’occasione, toccò ai raid aerei americani respingere l’offensiva, uccidendo decine di miliziani pro-regime, e con essi anche gruppi di contractor russi.
Da quando hanno riconquistato Raqqa strappandola all’Isis, le forze democratiche siriane sostenute dagli Stati Uniti (Sdf) hanno spinto il numero sempre minore di combattenti del califfato più a est lungo il fiume Eufrate verso il confine con l’Iraq. L’Sdf, forza a guida curda, è composta da 60.000 combattenti anti-Isis, che si dividono equamente tra combattenti siriani curdi e arabi.
Ma ora l’attenzione si sposta sul versante orientale dove cresce il pericolo che le forze curde, americane, russe e lealiste possano, in qualche modo, entrare in conflitto diretto.
Un portavoce del Pentagono ha sottolineato che le forze della coalizione sono pronte a difendersi, se necessario. “Anche se non cerchiamo lo scontro con le forze filo-regime, come abbiamo dimostrato ripetutamente, le forze della coalizione non esiteranno a proteggersi se minacciate”, ha detto il maggiore Adrian Rankine-Galloway.

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