Moonari: dalla scena Underground romana al palco del Primo Maggio
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Moonari: dalla scena Underground romana al palco del Primo Maggio

Far crescere bambini più fortunati insieme a portatori di handicap è essenziale per imparare valori come comprensione, empatia e giustizia

Moonari - concerto del Primo Maggio - intervista di Alessia de Antoniis
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30 Aprile 2024 - 00.04


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di Alessia de Antoniis

Giovanni Cosma aka Moonari è uno dei vincitori del Contest 1MNEXT che si esibiranno sul palco del Primo Maggio al Circo Massimo. Cantautore, compositore e polistrumentista romano, classe 1995, Moonari, per anni pendolare tra Roma e Milano, a 21 anni si trasferisce a Londra, dove suona e studia ingegneria del suono. Vive a Roma e pare non voglia lasciarla più.

Il nome Moonari nasce da una storpiatura di Bruno Munari, artista, inventore e designer del ventesimo secolo che si rese unico nel suo genere per la sua ecletticità e l’enorme estro creativo in campi diversi. “Sono Nato Debole” è il primo disco in italiano uscito il 5 maggio.

Bruno Munari – racconta Giovanni –  l’ho scoperto per caso grazie ad un suo libro, Verbale Scritto, che mi regalò mio padre quasi 10 anni fa. È  una raccolta di pensieri, poesie e idee che fanno trasparire il suo modo di vedere la vita, tra ironia e profonda malinconia, visioni della vita che condivido visceralmente e motivo principale per il quale ho scelto Moonari come nome d’arte.

Come nasce Moonari? Chi era da bambino, perché ha iniziato a suonare, cosa ascoltava?

Moonari nasce sotto forma di band di amici nel 2013 e diventa un progetto solistico nel 2018. Da piccolo, verso i quattro o cinque anni, ho frequentato una scuola di educazione musicale, ma ho cominciato a suonare da adolescente. Mi ricordo che alle medie facevo le serenate alla preside, senza però riuscire ad evitare di essere bocciato… sì, alle medie. Da lì in poi ho cominciato a disinteressarmi completamente alla scuola e a pensare solo alla musica e ai Pokémon. Ascoltavo i Red Hot Chili Peppers, gli Earth, Wind & Fire, i Fugees, i primi Coldplay e Battisti, e suonavo chitarra, pianoforte e batteria. Dopo il liceo sono partito per Londra e ho frequentato una scuola di ingegneria del suono e produzione musicale, mentre suonavo con musicisti conosciuti lì, facevo altri progetti e lavoravo in vari studi di registrazione.

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Roma invece di Londra: come mai?

Roma è stata una scelta consapevole: sapevo che la mia felicità era strettamente legata al mio senso di appartenenza, e Roma era il posto in cui dovevo stare.

Londra, da sempre uno dei templi delle nuove tendenze musicali, vs Roma e la sua scena underground. Cosa devi a queste due città, come ti hanno formato, cosa porti dentro di loro, di positivo e di negativo?

Londra mi ha insegnato che la vita può essere un incubo. È stata per me una città violenta e per niente comprensiva. Ma grazie a Londra ora sono felice e riesco ad apprezzare una città difficile come Roma, che ora come ora mi sta dando tutto.

Hai studiato ingegneria del suono a Londra, dove hai perso parte dell’udito, e fai musica. È un Karma curioso. Come ha influito il virus che ti ha danneggiato l’udito? Molti avrebbero gettato la spugna, tu hai rilanciato. Come hai vissuto questa esperienza e come vivi questa situazione?

Io pensavo di diventare sordo, e credo che se avessi raggiunto la sordità completa non sarei andato avanti con la vita. Per fortuna il mio udito è danneggiato ma non distrutto e posso ancora suonare, cantare e ascoltare. Non nascondo che per me è pesante ogni giorno, ma non essendoci una soluzione mi devo adattare

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“Sono Nato Debole” è il tuo primo disco. Il Primo Maggio ti esibirai insieme a grandi cantanti. Davvero pensi di essere nato debole?

Credo che siamo tutti nati deboli e che intorno alle nostre debolezze sviluppiamo i nostri più grandi punti di forza. Quindi si, sono nato debole, ma questo non mi impedisce di essere felice di quello che mi succede, come il Primo Maggio!

Sarai sul palco del Concertone del Primo Maggio. Da romano, c’eri mai stato? Quale messaggio vorresti lanciare?

Ci sono stato una volta ad assistere alle prove e soundcheck della Grande Orchestra Rock, tanti anni fa! Fu bellissimo stare lì in mezzo. Il messaggio che vorrei lanciare ha a che fare con la gentilezza e i problemi di udito. Vediamo sul palco cosa mi esce

È un’occasione per parlare di diritti. Ti sei trovato all’improvviso ad affrontare un handicap come la sordità, che nel tuo caso è stato risolto con un apparecchio acustico. Cosa pensi dell’idea di creare classi separate per alunni di serie A e di serie B, con la scusa che avrebbero maggior assistenza?

Oddio, risolto non direi; considera che gli apparecchi acustici portano le orecchie a riacquisire parte dell’udito in maniera artificiale, e soprattutto non completamente. Io sento al 75 – 80% rispetto ad un paio di orecchie normali. Per quanto riguarda le classi separate, credo che chi abbia proposto una cazzata del genere debba dimettersi da qualsiasi carica politica esso ricopra, perché mi pare evidente che non ha alcuna competenza necessaria per capire come un’azione di questo tipo potrebbe danneggiare chi già nasce in qualche modo diverso, facendolo sentire ancora più diverso, mentre invece vorrebbe sentirsi incluso nella comunità o classe, se parliamo di bambini. Far crescere bambini più fortunati insieme a portatori di handicap è essenziale per imparare valori come comprensione, empatia e giustizia.

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Agitazioni studentesche in vari Stati, il 2024 è l’anno delle elezioni: si sta votando in tantissimi Paesi e a vario titolo. Non sei più uno studente, ma vivi tra i giovani. Come vedi il fermento delle nuove generazioni?

Vedo una generazione attiva ma che si sente in pericolo, sia dal punto di vista climatico e sia per le enormi incertezze per il nostro futuro, sia lavorativo che a livello di felicità. Ho paura che una gran parte di noi non riuscirà ad essere felice nella vita

Astensionismo o voto?

Voto, perché è l’unica arma civile che abbiamo per far valere i nostri diritti. Per quanto non giudico chi ha perso completamente la fiducia e si è sentito tradito dalla politica italiana, che è riuscita a farci svalutare qualcosa di importante come il voto.

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