Anche se ci sono stati molti progressi, nel mondo ogni anno muoiono più di un milione di bambini perché non sono stati vaccinati.
Secondo l’Oms, l’immunizzazione ha impedito la morte di moltissimi bambini (da due a tre milioni), che, se non vaccinati, sarebbero stati esposti alla difterite,al tetano, alla pertosse o al morbillo.
Nel 2016, circa l’ 86% dei bambini in tutto il mondo hanno ricevuto dosi di vaccino DTP (difterite, tetano e pertosse). Ma, secondo l’organizzazione, c’è ancora spazio per migliorare, per raggiungere l’obiettivo che l’Oms si è posto, portare la vaccinazione al 90 per cento.
130 Paesi hanno già raggiunto questo obiettivo, ma molte nazioni sono indietro.
Per Jean-Marie Okwo-Bele, Direttore del Dipartimento dell’Oms che si occupa di immunizzazione, vaccini e prodotti biologici, il primo problema è quello della ”disparità di accesso ai vaccini. Ancora oggi, 19,5 milioni di bambini al mondo non hanno avuto somministrati i vaccini di base”. E ci sono otto Paesi in cui la metà dei bambini non hanno inoculato il vaccino DPT: Guinea equatoriale, Nigeria, Repubblica centroafricana, Siria, Somalia, Sud Sudan, Ciad e, soprendentemente, anche l’Ucraina.
Ma il problema principale rimane la fragilità dei sistemi sanitari. Non è sufficiente avere i vaccini, è invece necessario assicurarsi che tutti i bambini li ricevano. Ciò richiede personale medico addestrato e disponibile, attrezzature per conservare i vaccini a temperature adeguate e un sistema di monitoraggio per scoprire chi è stato vaccinato o no.
Okwo-Bele, guardando al quadro generale, afferma che si deve anche considerare la dimensione della popolazione di un determinato Paese. Ad esempio, l’India ha una copertura vaccinale dell’88%, che è molto significativo, ma resta il fatto che quasi 1,2 milioni di bambini indiani non siano vaccinati
Curiosamente, l’Ucraina ha uno dei tassi di vaccinazione più bassi, al 19%. La copertura dell’immunizzazione è scesa notevolmente nel Paese negli ultimi anni a causa di problemi di governance e di corruzione, osserva Jean-Marie Okwo-Bele. “È ancora abbastanza evidente. Questa è una situazione che non dovrebbe accadere”.
