Le combattenti curde: lottiamo contro l'Isis nel nome dei diritti delle donne
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Le combattenti curde: lottiamo contro l'Isis nel nome dei diritti delle donne

Hanno difeso Kobane e ora vanno a liberare Raqqa: nel cuore portano la rivoluzione

Le combattenti curdo-siriane del Ypj
Le combattenti curdo-siriane del Ypj
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26 Novembre 2016 - 18.35


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Lo potremmo definire il manifesto delle combattenti curde in prima fila nella battaglia per la liberazione di Raqqa e di altre province della Siria dallo Stato Islamico: “Con la creazione delle Unità femminili di protezione (YPJ), ci proponiamo di porre fine alla schiavitù e all’oppressione brutale praticata dall’Isis. Nel Rojava [regione curda della Siria], come in molte altre parti del Medio Oriente, le donne hanno sofferto per l’oppressione sociale e legata alla tradizione. Sono state costantemente esposte alla violenza, ei loro diritti fondamentali sono stati costantemente negati dalla società maschilista “.
“La creazione delle Unità femminili di protezione – hanno detto ancora – sono parte della rivoluzione contro l’ingiustizia sociale. Questa rivoluzione non è solo limitata al Rojava, ma deve raggiungere tutto il Medio Oriente”.
Le combattenti curde in questo momento aspirano ad eliminare la violenza e la repressione che è praticata dall’Isis contro le donne.
Ma dopo la liberazione del Rojava e delle altre province finite sotto il Califfato la lotta continuerà perché la violenza – e in particolare la violenza contro le donne – sia estirpata in tutto il mondo.

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