Cantlie, un free lance dalla vita spericolata
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Cantlie, un free lance dalla vita spericolata

Il giornalista inglese apparso nel video dellIsis lavorava nelle aree di guerra ed era già stato rapito una volta‏.

John Cantlie
John Cantlie
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18 Settembre 2014 - 22.12


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John Cantlie è un reporter britannico, che è stato rapito nel 2012 in Siria, divenuto famoso nelle ultime ore per l’ennesimo video , pubblicato dalle armate nere dell’Isis, in cui attacca da un lato i governi di Gran Bretagna e Stati Uniti d’America, rei di non fare nulla per i propri cittadini, e dall’altro i mezzi di informazione, accusati di non raccontare la verità sullo Stato Islamico.

L’uomo, che nel video ha sottolineato di parlare così, non perché qualcuno gli sta puntando una pistola alla tempia, ma perché abbandonato dal proprio governo, ha una solida carriera di reporter alle spalle ed è stato, ad esempio, il primo cronista occidentale a raccontare un’operazione militare terrestre delle truppe di Bashar Assad contro le forze ribelli, ponendo l’accento nelle sue cronache sulla violenza con cui il regime combatteva gli oppositori.

In realtà il nome John Cantlie era già finito sulle cronache dei rapimenti a luglio 2012. Il reporter, in quell’occassione, aveva raccontato che tra i guerriglieri erano presenti tanti jihadisti dal forte accento inglese e soprattutto che si era verificata in lui la cosiddetta Sindrome di Stoccolma. La storia della durissima prigionia e della liberazione, avvenuta ad agosto del 2014, dopo un blitz dell’esercito siriano, Cantlie l’aveva raccontata nei suoi articoli, scritti per il “Times”.

Nonostante fosse finito nelle mani degli estremisti islamici, il giornalista era ritornato in Medio Oriente per continuare a raccontare la drammatica situazione in Siria. Il secondo sequesto è avvenuto alla fine del 2012. L’intelligence britannica aveva più volte sospettato che il giornalista fosse finito nelle mani dell’Isis e, oggi, tramite il video diffuso in rete dal titolo
“Prestatemi attenzione” non solo è stato confermato che è prigioniero dell’esercito nero, ma che è anche diventato, suo malgrado, un “attore” nella loro strategia del terrore.

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