Fratelli musulmani, una Ong al potere in Egitto
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Fratelli musulmani, una Ong al potere in Egitto

Il movimento politico del presidente Morsi riconosciuto come organizzazione non governativa. Non aveva una status legale ma da oltre un anno controlla il paese

Fratelli musulmani, una Ong al potere in Egitto
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22 Marzo 2013 - 12.07


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Il movimento dei Fratelli musulmani guida l’Egitto dai mesi successivi alla caduta del dittatore Hosni Mubarak ma sino a qualche giorno fa non aveva uno status legale. Ora le autorità gli hanno conferito quello di Ong, organizzazione non governativa. Viene così superata l’azione della magistratura che aveva chiesto lo scioglimento del gruppo islamico perché privo di legalità.

I dirigenti dei Fratelli musulmani tirano un sospiro di sollievo e pensano di aver allentato parte delle tensioni e dei sospetti crescenti che li circondano, a causa della loro politica di islamizzazione graduale della politica e della societa’ dell’Egitto e dei provvedimenti liberticidi adottati dal presidente Mohammed Morsi, uno dei principali esponenti del movimento. Allo stesso tempo l’organizzazione sarà adesso obbligata a rendere pubblici i propri bilanci, sui quali aveva sempre mantenuto un impenetrabile segreto.

Il movimento islamista sino ad oggi ha preso “legalmente” parte alla vita politica nazionale grazie al suo partito, Libertà e Giustizia, fondato dopo la caduta di Mubarak, che controlla la presidenza della Repubblica e che ha stravinto le elezioni legislative tenute alla fine del 2011. Risultato che, assieme ai deputati dei “cugini” salafiti, gli consente di controllare l’Assemblea del Popolo.

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Oggi è una giornata delicata per i Fratelli Musulmani. I movimenti giovanili del Blocco Rivoluzionario e gli anarchici Black Bloc, terranno una manifestazione imponente davanti alla sede del movimento islamista per protestare contro la sua linea politica e sociale. Morsi, secondo la stampa locale, starebbe cercando una tregua con le formazioni protagoniste della rivoluzione del 25 gennaio 2011. In particolare sarebbe disposto ad acconsentire alla formazione di un governo di ampia coalizione e alla creazione di un comitato che supervisioni le prossime elezioni parlamentari in cambio della cessazione delle dimostrazioni settimanali.

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