Uruguay, contro il proibizionismo marijuana di Stato
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Uruguay, contro il proibizionismo marijuana di Stato

Tutti i paesi dell'America Latina stanno affrontando il nodo droga-criminalità. Ma da Montevideo arriva la proposta più avanzata.

Uruguay, contro il proibizionismo marijuana di Stato
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17 Ottobre 2012 - 10.50


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Da sempre considerato il continente delle droghe per le ingenti produzioni, oggi l’America Latina primeggia nelle politiche di legalizzazione delle sostanze stupefacenti. Dall’inizio dell’anno sono stati molti i presidenti degli Stati del Sud America a proporre e a sostenere che l’uso dell’esercito e della polizia per contrastare la coltivazione e lo spaccio della droga deve essere accompagnato da scelte oggi più responsabili.

Al momento nessun paese ha legalizzato l’uso delle sostanze più leggere, ma sono molti quelli che hanno avviato il processo per decriminalizzarle. In Argentina è stato depositato in Parlamento un progetto di legge che rende legale il possesso di qualsiasi droga per uso personale. In Cile i parlamentari stanno discutendo un disegno di legge che renderebbe legale la coltivazione per uso personale della marijuana. Colombia e Messico hanno già reso decriminalizzato il possesso di erba per uso personale. E anche il Guatemala del presidente Molina, il cui slogan è “Il pugno di ferro prona del cuore e della testa” ha sponsorizzato la legalizzazione delle droghe leggere alle Nazioni Unite.

Ma il più avanti di tutti è [url”l’Uruguay”]http://world.time.com/2012/06/26/uruguay-wants-to-legalize-marijuana-sales-should-the-rest-of-the-world-follow/#ixzz28naETwh2[/url] dove il partito di centro sinistra del presidente Mujica ha presentato un disegno di legge che non solo legalizza l’uso della marijuana, ma prevede anche che la vendita e la coltivazione siano nelle mani dello Stato. Il disegno di legge, se approvato, consentirà ai cittadini di acquistare fino a 40 g di cannabis al mese.

La proposta mira a regolamentare il mercato della marijuana con uno stretto controllo statale, che permetterebbe alle autorità di garantire la marijuana agli utenti senza che questi siano costretti ad entrare in contatto con il mondo del crimine. Un giro di non poco conto se si considera che nel paese il mercato della canabis è valutato sui 40milioni di dollari.

I paesi latino americani stanno spingendo per un cambio delle politiche sulla droga anche alle Nazioni Unite. L’obiettivo è quello di organizzare al più presto un conferenza internazionale sulle politiche alternative per combattere i cartelli della droga e di superare la solita ricetta del proibizionismo. L’America Latina insiste sul fatto che il cambiamento delle politiche deve essere al centro di uno sforzo coordinato globale, ma in ogni caso il continente sembra deciso ad andare avanti nelle riforme, con o senza il sostegno internazionale.

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