Riccardi: Nobel all'Europa sbagliato perché c'è l'aborto
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Riccardi: Nobel all'Europa sbagliato perché c'è l'aborto

Secondo il ministro per gli Affari sociali «i singoli Stati legalizzano l'aborto e vi aggiungono le morti date nei laboratori biotecnologici».

Riccardi: Nobel all'Europa sbagliato perché c'è l'aborto
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10 Dicembre 2012 - 11.47


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Il “buon” Andrea Riccardi fa l’oscurantista e critica il Nobel per la Pace che oggi verrà consegnato all’Unione europea non tanto per le guerre su cui l’Ue era impegnata ieri ed è impegnata oggi, ma per l’aborto legalmente riconosciuto in diverso Stati (tra cui l’Italia, di cui Riccardi sarebbe ministro, e perdipiù agli Affari Sociali) e addirittura per le “sperimentazioni” biotecnologiche, che praticamente ovunque nell’Unione europea sono governate da norme piuttosto rigide.

Ma per il ministro “tecnico” nonché fondatore della Comunità di Sant’Egidio, tutto ciò è male e significa “tradire i principi primari” delle carte dell’Unione europea.

Riccrdi, considerato un esponente del cattolicesimo sociale che guarda a sinistra, ha espresso opinioni molto esplicite oggi durante un evento del Movimento per la Vita (gli anti abortisti per eccellenza) a cui ha partecipato. Il Premio Nobel all’Unione Europea è giusto in riguardo alle sue origini, «ma è urgente rendere vere le parole solennemente pronunciate dall’Unione Europea nei suoi documenti primari» parole «tradite quando viene accettata l’uccisione dei più piccoli e poveri tra gli esseri umani».

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«Non solo i singoli Stati legalizzano l’aborto – ha detto Riccardi – e vi aggiungono le morti
date nei laboratori bio tecnologici con le nuove tecniche di fecondazione artificiale, ma l’Unione stessa accetta questa violazione di massa dei diritti umani e la incoraggia con la sua parola e i suoi danari».

Riccardi ha espresso la sua «solidarietà, simpatia e sostegno» al Movimento per la Vita, perché «non c’è futuro senza vita». Riccardi ha dichiarato che le procedure e le leggi vanno cambiate, ma soprattutto la mentalità, per far sì che «la cultura della vita si diffonda».

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