Siria: stasera i risultati del referendum
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Siria: stasera i risultati del referendum

Affluenza buona ai seggi per votare la nuova costituzione: pluralismo partitico, elezioni presidenziali e limite di due turni di 7 anni per il presidente.

Siria: stasera i risultati del referendum
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27 Febbraio 2012 - 16.12


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Annunciati per stasera i risultati del referendum costituzionale in Siria. Nella giornata di domenica, più di 14 milioni di siriani sono stati chiamati ai 14 185 seggi elettorali a votare la nuova costituzione. Secondo fonti siriane e libanesi, l’affluenza è buona. Per alcuni la riforma costituzionale rispecchia il bisogno di riforme e apre le porte al pluralismo partitico. Per altri è una burla.

“Voto perchè questo è il risultato di riforme introdotte dal presidente – dichiara l’elettore trentaduenne Balsam Kahila intervistato dal quotidiano libanese Al Manar – e se queste riusciranno, avremo una democrazia, non come in Libia e in altri Paesi…. voto nonostante le gangs armate”.

E l’ex parlamentare George Jabbour sottolinea sull’agenzia britannica CNN come il punto decisivo della costituzione sia l’articolo 8, che garantisce il pluralismo partitico e mette fine al monopolio decennale del partito unico Baath. Il presidente è eleggibile per un massimo di due turni di 7 anni l’uno, che iniziano peró solo al termine del mandato di Bashar Al Assad nel 2012.

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La nuova versione non ha più alcun riferimento al carattere socialista dello stato siriano, ma sottolinea con l’articolo 60 che la metà dei parlamentari dovrà essere composta di “lavoratori e contadini”, classi portanti di un’economia tradizionalmente basata sull’agricoltura, progressivamente scalzata a partire dagli anni ‘70 dalla media industria (26.8% del Pil) e dal settore terziario (55.6%), secondo dati dell’Economy Watch.

Nella versione pubblicata in inglese sull’agenzia di stato Sana si legge: “Il completamento di questa costituzione è il culmine della lotta del popolo, in strada per libertà e democrazia. Rappresenta un vero successo ed è la risposta a spostamenti [di poteri] e di cambiamenti”.

Ma mentre il ministro degli interni Mohammed Shaar conferma l’andamento più che soddisfacente delle votazioni in tutti i seggi “ad esclusione di alcune aree”, fonti non confermate parlano di almeno 59 morti per bombardamenti del governo ieri nell’area di Homs. La Croce Rossa internazionale fa sapere per bocca di un suo portavoce a Ginevra di aver distribuito aiuti umanitari a 12 000 abitanti di Hama e di essere in trattative con governo e gruppi d’opposizione per entrare ad Homs.

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Per il Segretario di Stato americano Hillary Clinton riportato da UPI il referendum “è ipocrita e sarà usato da Assad per giustificare ció che sta facendo agli altri siriani”. “E´ a dir poco una burla cinica”, afferma durante la sua visita in Marocco. Gli fa eco il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, per cui “voti fantoccio non possono essere un contributo alla risoluzione della crisi”.

E se anche potesserlo esserlo, non sembra si sia disposti a concedere una chance per provarlo. Tra gli “Amici della Siria”, l’Arabia Saudita è la più propensa ad intervenire indirettamente armando l’opposizione. Mentre gli “Amici occidentali” non azzardano – ancora – piani concreti di intervento, e la Clinton predice un colpo di stato interno. L’Europa dal canto suo, procede con i tentativi di ulteriore isolamento: oggi i ministri degli esteri europei si sono accordati oggi su nuove sanzioni contro la Siria: congelamento dei beni della banca centrale di Damasco e divieto d’ingresso nell’Unione Europea per 150 persona non grata e voli commerciali in provenienza siriani. Mercoledì il prossimo incontro a Brussel con la Siria in cima all’ordine del giorno.

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