Romania, bloccata la sanità privata
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Romania, bloccata la sanità privata

Il governo costretto alla marcia indietro anche dall'impegno di Raed Arafat, il medico palestinese che ha fondato il Servizio pubblico di Pronto soccorso rumeno.

Romania, bloccata la sanità privata
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27 Gennaio 2012 - 15.51


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Se Raed Arafat è sempre stato popolare fra i romeni è perché essi si sentono vicini a questo palestinese originario della Siria, che ha fondato il Servizio mobile di soccorso, rianimazione ed estrazione di persone incidentate (Smurd).

Nato a Damasco nel 1964, Raed ha scoperto a 14 anni una passione per il pronto soccorso. Al liceo ha creato la prima équipe con alcuni compagni di scuola. La medicina, all’inizio una semplice passione, sarebbe ben presto diventata una professione. Suo padre voleva che facesse il Politecnico, ma Raed aveva deciso di “diventare medico o spazzino”.

A 16 anni è arrivato in Romania, perché “era il paese che ha risposto più rapidamente alla mia domanda di ammissione all’università [il governo comunista di Nicolae Ceauşescu aveva organizzato un sistema che permetteva ai cittadini dei paesi arabi di studiare in Romania]. “Più tardi ho scoperto che ero stato ammesso anche in Grecia e negli Stati Uniti, ma i miei genitori non mi hanno parlato della proposta americana per paura che non tornassi più”. Nel 1989, dopo aver ottenuto la sua laurea, Raed ha avuto la possibilità di andare in Francia. Ma a causa della rivoluzione scoppiata in Romania, il rilascio dei visti si è bloccato e Raed è rimasto a Bucarest.

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Venti anni dopo aver fondato lo Smurd, nel 1991, Raed ritiene che in Romania il sistema di pronto soccorso sia cambiato. “Oggi i pompieri svolgono un ruolo fondamentale negli interventi urgenti. È lo stesso sistema adottato nella maggior parte dei paesi dell’Ue. I pompieri e la loro mentalità militare hanno avuto un ruolo importante nell’evoluzione del sistema romeno”. La sua prima équipe di pronto soccorso utilizzava la sua auto privata. Qualche tempo dopo un’ex collega di facoltà, che esercitava in Germania, ha aiutato Raed raccogliendo fondi per comprare una vecchia ambulanza. In seguito sono arrivati i doni della Croce rossa norvegese.

Raed continua a fare i suoi turni di guardia sull’elicottero. Spesso ha sentito alle sue spalle commenti del genere: “Ecco l’arabo che è venuto a insegnarci la medicina!”, ma come dice lui stesso: “Questo arabo ha imparato la medicina in Romania ed è un puro prodotto romeno!”

Il 12 gennaio Raed, che era stato nominato sottosegretario alla sanità nel 2007, si è trasformato in un “nemico della riforma sanitaria”, come lo ha definito il presidente della repubblica Traian Băsescu intervenendo in una trasmissione televisiva. Raed aveva criticato la riforma del suo servizio e la privatizzazione degli ospedali pubblici. Immediatamente dopo la telefonata di Băsescu, Raed si è dimesso dalla sua carica [anche se poi è tornato sulla sua decisione ed è rientrato al ministero].

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Un affare miliardario

La privatizzazione della sanità vale circa 4,5 miliardi di euro, più un miliardo e mezzo proveniente dalle assicurazioni private e dalla vendita del patrimonio pubblico. La maggior parte dei romeni teme che si arrivi a una situazione in cui le cure mediche non saranno più un obbligo per lo stato, abbandonando al loro destino le persone più povere e senza assicurazione. Altri ritengono che la privatizzazione degli ospedali e l’introduzione delle assicurazioni private darà vita a un grande mercato di cui approfitteranno gli imprenditori e i politici.

Băsescu ha finito per chiedere al governo di Emil Boc di ritirare il suo progetto di riforma sanitaria, affermando che “all’interno del sistema nessuno vuole un cambiamento. E anche all’esterno sono troppo pochi a volerlo: gli ospedali non vogliono cambiamenti, i medici di famiglia non vogliono cambiamenti, il sistema di pronto soccorso non vuole cambiamenti”.

Forse Raed non è quel cavaliere senza macchia e senza paura descritto dalla stampa, ma gode della fiducia dei romeni. Al contrario di Băsescu, che preferisce affidare la sua salute a medici austriaci. Ma il vero colpo all’immagine di Băsescu viene proprio da persone che dovrebbero essergli vicine, come il suo sottosegretario.

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Come sottolinea Alina Mungiu-Pippidi, presidente della Società accademica di Romania, “la riforma della sanità è stata concepita in modo antidemocratico e poco professionale. Lo stato dovrebbe promuovere le persone capaci come Raed Arafat invece di allontanarle”.

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