Spiagge, il governo fa marcia indietro
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Spiagge, il governo fa marcia indietro

Il governo accoglie alcune critiche dell'opposizione e la norma sui diritti di superficie delle spiagge viene accolta. Ma la soluzione è ancora lontana.

Spiagge,  il governo fa marcia indietro
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15 Giugno 2011 - 10.03


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Accolte alcune critiche dell’opposizione, ma il problema rimane aperto comunque. L’insopportabile mercato parlamentare non permette di arrivare mai a soluzioni certe. La norma sui diritti di superficie delle spiagge contenuta nel “decreto sviluppo” è stata modificata nella commissione Bilancio e Finanze della Camera.

Governo e relatori hanno accettato alcuni emendamenti soppressivi della norma che portava a 20 anni il diritto di superficie sugli arenili (in un primo momento il termine era stato fissato in 90 anni).
Ma comunque la questione resta aperta ed ora dovrebbe essere affrontata in un altro provvedimento, con molta probabilità nell’articolo 21 della Legge comunitaria.

Alberto Fluvi, del Pd, ha commentato: “Abbiamo ottenuto la soppressione dei commi 1, 2 e 3 dell’articolo 3 del decreto sviluppo, quelli relativi alle spiagge. Come richiesto dal Pd, quindi, le norme vengono eliminate: dopo aver generato un’enorme confusione, governo e maggioranza sono state costrette ad un passo indietro. Ora si dovrà lavorare a una legge per affrontare la questione”.

Per ambientalisti ed opposizione l’introduzione del “diritto di superficie” genera non pochi guai. Se una volta scaduto il termine dei vent’anni lo Stato volesse le spiagge libere da infrastrutture dovrebbe pagare il valore degli immobili realizzati nl frattempo dai privati. Un bel regalo senza dubbio.

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Inoltre lo stesso “diritto” riduce il potere che lo Stato è in grado di esercitare sulle coste. Con la “concessione” la pubblica amministrazione ha la possibilità di revoca in caso di violazione dei termini del contratto, visto che quel tipo di contratto stabilisce anche le dimensioni delle strutture che potevano essere edificate, con il diritto di superficie non c’è nulla da fare.

I consumatori hanno giudicato positivamente la correzione del Governo. “Accogliamo positivamente il sussulto di responsabilità relativamente alla norma sui diritti di concessione delle nostre spiagge – hanno detto Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef. La malsana trovata di regalare le spiagge di tutti a privati cittadini ci aveva fatto indignare, ma anche il “ridimensionamento” delle concessioni a 20 anni ci sembrava troppo lungo”.

Tuttavia, siccome la questione non sembra risolta l’attenzione dovrà rimanere alta. Perché quello che non entra da una porta può farlo da una finestra ed il centro destra non è nuovo a sorprese di ogni tipo.

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