La quasi guerra all'Iran e le vittime degli ayatollah
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La quasi guerra all'Iran e le vittime degli ayatollah

Da quasi un anno è cominciata una guerra nascosta contro Teheran, ma come non chiedersi se l’obiettivo sia il regime o la popolazione.

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15 Dicembre 2011 - 11.05


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di Ali Izadi

La guerra “nascosta” contro il programma nucleare iraniano è cominciata con la diffusione del virus Stax net. Poi sono stati uccisi alcuni scienziati impegnati nella ricerca nucleare, infine sono arrivate le esplosioni, a cominciare da quella nella centrale di Sepah, dei pasdaran, in un quartiere a 40 km di distanza da Teheran, fino a quella più recente di Isfehan.

I politici da più di una decina di anni discutono dell’ipotesi di bombardare l’Iran, un’ipotesi molto pericolosa che potrebbe realizzarsi in qualsiasi momento. Ma l’attacco militare e sanzioni ancor più rigide colpiranno il regime a tutta la popolazione iraniana? Abbiamo già le sanzioni Onu e le sanzioni Usa-Canada-Ue.

L’ipotesi di sanzioni contro la Banca centrale iraniana e l’industria petrolifera che conseguenze avranno secondo voi? Paralizzeranno il popolo o il regine? Il tasso di inflazione sta aumentando e la soglia di povertà arriva a casa di tanti. La storia recente dell’Iraq, colpito da sanzioni economiche dal 1991 al 2003, è abbastanza nota.

Leggi anche:  Iran: quando un regime in crisi prova a far esplodere la polveriera mediorientale

Il rapporto Unicef del 1999 diceva che in otto anni di sanzioni cinquecentomila bambini iracheni sotto i cinque anni sono morti di fame a causa delle sanzioni. Il Dipartimento di Stato americano all’epoca era guidato dalla signora Albright: lei commentò questo dato dicendo che ne era comunque valsa la pena.

Purtroppo questo punto di vista pericoloso degli americani, sostenuto da un maldigerito machiavellismo, non tiene conto che l’inflazione stellare che si registra oggi in Iran colpisce la popolazione infliggendo al popolo una sofferenza bilaterale: da una parte la sofferenza di dover sopportare il regime, dall’altra la sofferenza di dover sopportare l’inflazione provocata dalle sanzioni dei “nemici” del regime.

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