La nuova Libia si prepara al caos
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La nuova Libia si prepara al caos

Sempre più evidenti le divisioni all'interno della Cnt. Gli islamici premono per un ruolo di primo piano mentre l'unità del paese sembra sempre più a rischio

Gheddafi
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28 Settembre 2011 - 12.35


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Laica? Pochi ci credono. Islamica più o meno integralista? E’ più probabile. Unita? Possibile, ma pochi ci credono. Divisa in aree di influenza? Molto più probabile. Ogni giorno appare più chiaro che in Libia i veri problemi cominceranno finita la guerra. Quando, dopo l’unità contro Gheddafi, si litigherà per la spartizione del potere ed il controllo delle varie arre tribali. Kabile, potentati, gruppi religiosi. Buona fortuna.

Esecutivo alla prova. In questi giorni il consiglio nazionale di transizione è alla prova per la creazione del nuovo governo. La formazione dell’esecutivo è stata nuovamente rinviata, questa volta a dopo la liberazione totale del Paese. Le divisioni all’interno del fronte dei ribelli sono molte. In primis quella sull’orientamento religioso della compagine di governo. Abdel Hakim Belhaj, capo militare e leader islamico molto influente in Libia, ha detto al Guardian che “i gruppi islamici non permetteranno ai politici laici di escluderli dal nuovo governo di Tripoli.” “La miopia politica di questi leader – ha detto – li rende incapaci di cogliere i forti rischi di questa esclusione o la grave reazione che potrebbero avere le parti che dovessero essere escluse”.

Nuovi partiti. In vista delle prossime elezioni stanno nascendo numerose formazioni politiche, L’ultima ad essersi presentata ufficialmente a Bengasi è il ‘Raggruppamento nazionale per la giustizia e la democrazia’, una formazione che si propone l’obiettivo di instaurare uno stato di diritto che incentivi la decentralizzazione dei poteri. Federalismo in salsa libica? Forse. Divisioni? Più probabile. Lo scorso 27 luglio, sempre a Bengasi, nacque per primo il ‘Partito della nuova Libia’, sostenuto dai libici scappati all’estero.

Dov’è il rais? Il colonnello Gheddafi sarebbe nascosto al confine con l’Algeria, protetto dai tuareg. Lo ha detto alla Reuters e alla tv araba al-Jazeera un autorevole membro del consiglio nazionale di transizione, Hisham Buhagiar: “Una tribù nomade del deserto, i tuareg, ancora sostiene il colonnello e riteniamo che lo abbia scortato in un nascondiglio nell’area di Gadames, nel sud della Libia” ha detto al telefono. Sempre secondo il membro del Cnt il il figlio di Gheddafi Saif al Islam si nasconderebbe a Bani Walid e suo fratello Mutassim a Sirte.

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