Anci: ''Il federalismo è morto, stop al dialogo col Governo''
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Anci: ''Il federalismo è morto, stop al dialogo col Governo''

I comuni sospenderanno la partecipazione a qualsiasi attività inerente al federalismo fiscale e a incontri politici, dopo i tagli della manovra.

Anci: ''Il federalismo è morto, stop al dialogo col Governo''
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6 Luglio 2011 - 16.20


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Basta al dialogo col Governo sul federalismo. I Comuni sospenderanno la partecipazione a qualsiasi attività inerente al federalismo fiscale e a incontri politici. Lo ha annunciato il presidente dell’Anci, Osvaldo Napoli, chiedendo anche la convocazione urgente della conferenza unificata con la partecipazione del ministro Tremonti per spiegare al titolare del dicastero dell’Economia l’impatto che la manovra avrà sui Comuni.
“Riteniamo questa manovra – ha detto Napoli – fortemente iniqua”.
I Comuni non si presenteranno all’incontro politico convocato dal Governo – si legge in un documento dell’ufficio di presidenza – ritenendo «il metodo applicato lesivo delle regole ordinarie e consolidate di reciproca e leale collaborazione che imporrebbero di condividere in via preventiva i contenuti di provvedimenti così rilevanti che impattano sula vita degli altri livelli di Governo”.


“La manovra ha ucciso il federalismo”

“Il punto chiave – ha aggiunto il vicepresidente dell’Anci, Graziano Del Rio – è che questa manovra mette una pietra tombale sul federalismo”. Ricordando che i Comuni già negli anni passati hanno subito pesanti tagli e che comunque intendono partecipare al processo di risanamento del Paese, Osvaldo Napoli ha sottolineato che “in una fase in cui si parla di federalismo, un taglio del 35% al Fondo di equilibrio è l’antitesi del federalismo”.

Ridotte di 4 miliardi le entrate per i Comuni

La manovra “in contrasto con i principi costituzionali e di autonomia finanziaria e di gestione, riduce le entrate assegnate – evidenzia l’Anci – di ben 3 miliardi di euro, pertanto nel 2010 le risorse da più di 11 miliardi di euro passano a 7 miliardi di euro”.
Quanto al Patto di stabilità “viene regionalizzato in modo da costruire un obiettivo unico regionale, individuando nelle regioni il soggetto che opera il coordinamento degli spazi finanziari sul territorio, ma mantenendo le sanzioni a carico dei comuni”.


A rischio i servizi essenziali

Anche la “continuità e qualità” dei servizi essenziali è per l’Anci, a rischio visto che la manovra “prevedendo nel computo della spesa per il personale anche quella delle società ai fini del calcolo della soglia del 40% determinerà il blocco certo dell’accesso al turn over per il 90% dei Comuni”.
“Totalmente sbagliate”, infine, le norme sui Comuni virtuosi perché “producono risultati opposti a quelli sperati e perché pongono a carico del comparto dei Comuni gli eventuali benefici che deriveranno per alcuni di essi”.
Appello al Parlamento per modificare la manovra.

Il presidente dell’Anci, Osvaldo Napoli ha poi lanciato un appello al Parlamento: “Ci ascolti per avviare un confronto che porti a modifiche di questa manovra”. Stanno rimettendo in piedi – ha aggiunto il vicepresidente dell’Anci, Graziano Del Rio – un centralismo che non tiene conto di quello che pensano i Comuni, che sono sempre stati la spina dorsale del Paese”.


“Se non avremo risposte ricorreremo alla Corte Costituzionale”

Infine l’Anci avverte che è pronta a ricorrere alla Corte Costituzionale: “in assenza di risposte esaustive adotteranno tutti gli strumenti necessari per evitare l’impatto della manovra stessa, anche attraverso il ricorso alla Corte Costituzionale”.

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