I tifosi dell'Isernia contro Lotito: "Il Molise non è solo Campobasso"
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I tifosi dell'Isernia contro Lotito: "Il Molise non è solo Campobasso"

"Crediamo che tutti i tifosi delle varie squadre molisane e specialmente quella che rappresenta il nostro capoluogo di provincia, si sentano offesi, amareggiati e soprattutto indignati dalle sue dichiarazioni, come se il Molise fosse solo Campobasso".

I tifosi dell'Isernia contro Lotito: "Il Molise non è solo Campobasso"
Claudio Lotito
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31 Agosto 2022 - 15.27


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Claudio Lotito è finito al centro delle polemiche dopo l’uscita “elettorale” in Molise, con il presidente della Lazio e candidato per Forza Italia al Senato. “Voglio riportare il Campobasso nel calcio che conta”. Un’esternazione che ha provocato la risposta dei tifosi dell’Isernia Calcio.

«Appaiono quantomeno inopportune e fuori luogo in tema di campagna elettorale, le sue affermazioni in merito al suo interessamento per il Campobasso calcio che rappresenta soltanto una città e non tutto il territorio molisano. Crediamo che tutti i tifosi delle varie squadre molisane e specialmente quella che rappresenta il nostro capoluogo di provincia, si sentano offesi, amareggiati e soprattutto indignati dalle sue dichiarazioni, come se il Molise fosse solo Campobasso».

«Lei ha fatto un autogol mostruoso in una finale da Champions. In un colpo solo è stato capace di inimicarsi le tifoserie che non si riconoscono nel Campobasso. I problemi del Molise son ben altri che di una squadra calcistica dedita a fallimenti seriali. Se mai se ne fosse reso conto qui manca il lavoro con giovani costretti a scappare, la sanità è peggio di quella del quarto mondo, ospedali chiusi o ridotti a precari ambulatori, mancanza di personale, le imprese chiudono ogni giorno, le pubbliche amministrazioni sono allo sbando per carenza di personale».

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«Questo signor Lotito – concludono i tifosi rivolgendosi al presidente della Lazio candidato al Senato – ci si aspettava di sentire dalla sua voce: un discorso per risollevare le sorti di un’intera regione arrivata ad uno stato comatoso, e non di una squadretta di calcio che non rappresenta l’intera Regione con l’intento di risarcirla non sappiamo di quale torto subito nel 1987, visto che si giocava uno spareggio e la Lazio vincente non rubo’ nulla, quando il presidente era Gianmarco Calleri e non lei».

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