Miccoli al telefono: quel fango di Falcone
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Miccoli al telefono: quel fango di Falcone

Il calciatore accusato per aver commissionato a Lauricella junior di recuperare alcune somme di denaro: vediamoci davanti all'albero di quel fango di Falcone.

Miccoli al telefono: quel fango di Falcone
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22 Giugno 2013 - 11.13


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Guai giudiziari per l’ex capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli. Il calciatore ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Palermo: l’accusa è di estorsione. Miccoli avrebbe commissionato al figlio del boss mafioso Antonio Lauricella, suo amico, il recupero di alcune somme di denaro dai soci di una discoteca di Isola delle Femmine.

Le indagini della procura di Palermo stanno prendendo una piega molto seria per Fabrizio Miccoli.

A impressionare sono alcuni dialoghi intercettati tra Miccoli e Lauricella junior. Mentre si trovavano in auto i due cantano: «Quel fango di Falcone». E non è l’unico riferimento al magistrato ucciso nella strage di Capaci, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta. In un altro dialogo, intercettato dagli investigatori, i due danno appuntamento a un altro amico, dicendogli: «Vediamoci davanti all’albero di quel fango di Falcone». Toni che stridono con quelli usati da Miccoli durante le partite del cuore, quando dedicava i suoi gol proprio a Falcone e Borsellino.

Le frasi ingiuriose sono state registrate nelle bobine dagli investigatori che due anni fa avevano messo sotto controllo il telefono di Mauro Lauricella nella speranza di arrivare al padre latitante, considerato il re della Kalsa, quartiere storico di Palermo, catturato poi nel settembre del 2011.
La Procura ha contestato al bomber rosanero, messo sul mercato dal patron Maurizio Zamparini subito dopo la retrocessione in serie B della squadra, anche l’accesso abusivo a un sistema informatico; Miccoli, secondo i magistrati, avrebbe convinto il gestore di un centro Tim a fornirgli quattro schede telefoniche intestate a suoi clienti, una di queste finì nella disponibilità proprio di Lauricella junior.

Tra le relazioni “pericolose” del “Romario del Salento”, come viene definito Miccoli dai tifosi, c’e’ anche il rapporto con Francesco Guttadauro, anche lui incensurato come Lauricella junior. Gli investigatori sono in possesso di altre intercettazioni tra Miccoli e Guttadauro, nipote del superlatitante Matteo Messina Denaro, e figlio di Filippo, il messaggero dei pizzini con cui comunicavano il boss ricercato e l’ex padrino di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano.

La reazione della sorella di Falcone — Immediato lo sdegno della sorella del magistrato ucciso nell’attentato a Capaci: “Non ho aggettivi per qualificare Miccoli, ritengo che non valga nemmeno la pena di spendere una parola. Che una persona dello sport che ha partecipato alle Partite del Cuore, quando dedicava i suoi gol proprio a Falcone e Borsellino, si esprima in quella maniera è inqualificabile. Si vede che preferisce i boss alla legalità. Scarsissima sensibilità: era meglio non partecipare a quelle manifestazioni”.

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