Vaia rassicura sull' aggressività di Omicron: "E' ridotta"
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Vaia rassicura sull' aggressività di Omicron: "E' ridotta"

Il direttore sanitario dello Spallanzan: "Virus assume sempre di più le caratteristiche di una malattia stagionale"

Vaia rassicura sull' aggressività di Omicron: "E' ridotta"
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7 Gennaio 2022 - 11.59


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La variante Omicron è meno aggressiva di Delta e di tutte le altre varianti. Questo è quello che è uscito dagli studi priliminari e più approfonditi sulla nuova variante.

L’aumento dei contagi covid “dell’ultima settimana si accompagna ad un significativo cambiamento delle caratteristiche della malattia, con un incremento della quota di persone con sintomi lievi o assenti che ormai ha raggiunto il 75%”.

E’ quanto si legge in un post sull’account Facebook di Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, che sottolinea: “E’ una conferma della ridotta aggressività della variante omicron, che avevamo già segnalato in seguito ai primi contatti con i colleghi sudafricani ed ai rapporti provenienti da paesi europei”.

“Facciamo un po’ di chiarezza. Aumentano le armi a nostra disposizione. Il covid 19 assume sempre di più le caratteristiche di una malattia stagionale. C’è necessità di semplificazione di accessi e procedure. Dobbiamo investire sempre più nelle cure domiciliari”, si legge all’inizio del post.

La ridotta aggressività di Omicron, prosegue il post a firma del Comitato tecnico scientifico Covid19 Spallanzani, “è anche una ulteriore prova di come la campagna vaccinale, rafforzata dai progressi nella somministrazione della terza dose, contribuisca a rendere Covid una malattia meno pericolosa”.

“Da una sorveglianza effettuata presso tutti i nuovi pazienti ricoverati nei reparti o assistiti presso l’ambulatorio ospedaliero Monoclonali dello Spallanzani negli ultimi 10 giorni, la prevalenza di Omicron è risultata pari al 14% nei ricoverati e al 60% in quelli non ospedalizzati dell’Ambulatorio monoclonali – si sottolinea – Questo dato appare un’ulteriore conferma del fatto che Omicron, come già visto in Sud Africa e Gran Bretagna, sembra associato a manifestazioni di malattia più lievi”.

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