Cartabellotta: Picco? Difficile dire quando sarà, anche perché abbiamo situazioni diverse sui territori"
Top

Cartabellotta: Picco? Difficile dire quando sarà, anche perché abbiamo situazioni diverse sui territori"

Il presidente della Fondazione Gimbe: "Siamo in una fase del tiro alla fune o della resistenza reciproca"

Cartabellotta: Picco? Difficile dire quando sarà, anche perché abbiamo situazioni diverse sui territori"
Nino Cartabellotta
Preroll

globalist Modifica articolo

13 Dicembre 2021 - 11.44


ATF

La situazione Covid in Italia è in peggioramento, ma al momento stanno tengono le strutture sanitarie e le vaccinazioni procedono spedite.
Questi fattori fanno sì che il nostro Paese risulti uno dei migliori in Europa.

“La situazione Covid in Italia? Siamo in una fase del tiro alla fune o della resistenza reciproca. Da un lato c’è il virus che continua a circolare in maniera importante e ciò determina un impatto sugli ospedali modesto rispetto all’epoca pre-vaccinali, ma più casi ci sono e più ci sono ricoveri e decessi.

Dall’altro lato stiamo cercando di fare resistenza innalzando il muro di protezione con le vaccinazioni e le terze dosi”. Ad affermarlo è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus.

“Nelle ultime tre settimane abbiamo fatto oltre 600mila nuovi vaccinati e questa è un’ottima notizia – dice Cartabellotta – per quanto riguarda le terze dosi, abbiamo toccato anche quota 500mila, mediamente ne facciamo oltre 400mila al giorno.

Picco? Difficile dire quando lo raggiungeremo, anche perché abbiamo situazioni differenziate sui territori. La media nazionale spesso non restituisce le notevoli differenze regionali. Va comunque detto che nell’ultimo report dell’Ecdc l’Italia ad oggi viene considerato il Paese che desta meno preoccupazioni in Europa”.

Sulla protezione del vaccino dal contagio. “I non vaccinati hanno un rischio molto più elevato di contagiarsi, chi è vaccinato invece ha un rischio del 25%. Dopo i 5 mesi il rischio aumenta del 60%.

Quel margine di rischio viene coperto dall’uso delle mascherine, dal distanziamento e dal lavaggio delle mani. Non abbiamo un vaccino sterilizzante, per questo c’è bisogno di mettere una pezza con le misure individuali”, dice il presidente della Fondazione Gimbe.

Native

Articoli correlati