Pregliasco: "Ridicolo che i virologi possano andare in tv solo se autorizzati"
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Pregliasco: "Ridicolo che i virologi possano andare in tv solo se autorizzati"

Il direttore sanitario del Galeazzi di Milano sull'ordine del giorno dell'ex M5s Trizzino che voleva fermare lo "strombazzamento mediatico dei virologi"

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24 Settembre 2021 - 18.09


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“Ritengo che sia una richiesta ridicola che sicuramente non risolve il problema, che esiste, dell’infodemia. Sarebbe utile invece, immaginare un codice etico e di comunicazione che dovrebbe valere per tutti, in primis per gli opinionisti che parlano nei talk show senza fare alcuna valutazione o dare alcuna spiegazione scientifica. Lo stesso vale anche per i politici”. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, commenta così, secondo quanto riportato su iNews24, la richiesta del deputato Giorgio Trizzino (Gruppo misto) di porre fine allo “strombazzamento mediatico” dei virologi, accolta dal Governo.
“Questa richiesta lancia su noi virologi una responsabilità che invece è collettiva e riguarda tutto il sistema informativo attuale. Si parla di scienza utilizzando gli elementi della cronaca in un’ottica didattica, nel tentativo di ricostruire notizie per la comunità, con affermazioni buttate lì. Mi riferisco agli opinionisti dei talk show televisivi, che con tanta nonchalance ad esempio, dicono che il vaccino è sperimentale e per questo non si deve fare. Tante volte si lascia correre, ma dovremmo farci tutti un esame di coscienza- continua Pregliasco- Ritengo di aver sempre raccontato, quando mi è stato chiesto, lo stato della ricerca, con tutti i limiti della medicina. Ciò è legato a una constatazione che va mentalizzata una volte per tutte: la medicina rincorre la natura e non dà risposte immediate e instantanee. Le dà con ipotesi, errori, tentativi, prove e controprove. Le opinioni dei ricercatori possono essere talvolta divergenti, ma sono tutte elemento di discussione e di crescita. Comunicate senza filtro alla comunità in talk show non adeguati, possono creare difficoltà interpretative in chi le ascolta”.
 Il virologo interviene anche nel dibattito sulla co-vaccinazione: “Dal punto di vista della praticità sarebbe più efficace e comodo, soprattutto perché i soggetti fragili che fanno la terza dose hanno esigenze di copertura anche per l’influenza. Abbiamo somministrato 15 miliardi di dosi di vaccini e gli eventi avversi sono conosciuti. Vedo la co-vaccinazione assolutamente fattibile, anche perché già si fa col vaccino antinfluenzale. Quest’ultimo viene proposto con due iniezioni distinte, con il vaccino contro lo pneumococco o con l’herpes zoster, sempre dedicato alla fascia degli anziani”.
Inoltre, sulla scia degli studiosi Sarah Gilbert e John Bell, protagonisti dello sviluppo del vaccino prodotto da Astrazeneca, Pregliasco ritiene che “la pandemia stia evolvendo. Le ondate principali sono passate. Per questo inverno dovremo ancora stare attenti ed essere prudenti, per gestire la situazione. Potremmo avere dei rilanci per il ritorno al lavoro in presenza e per le condizioni ambientali, ma è probabile che dalla prossima primavera, il virus diventi sempre meno fastidioso per i propri ospiti”.
Infine, sulle terze dosi: “Premetto che si assiste a un calo della risposta con le prime due dosi, e anche nei soggetti guariti. Ma questo accade anche per chi fa il vaccino contro il morbillo e nel caso degli altri Coronavirus. Ma adesso dobbiamo innanzitutto pensare ai fragili. Poi dovremmo valutare cosa fare con la restante parte della popolazione in base alla situazione di questo inverno”.

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