Zangrillo parla ancora: "Ha vinto chi aveva l'obiettivo di terrorizzare"
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Zangrillo parla ancora: "Ha vinto chi aveva l'obiettivo di terrorizzare"

Il primario del San Raffaele di Milano se la prende con l'isteria collettiva dei tanti che vanno negli ospedali anche senza vero motivo. Ma se è tornato il virus non è stato 'merito' di chi ha sottovalutato per mesi?

Zangrillo
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25 Ottobre 2020 - 09.12


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Aveva detto che il virus era clinicamente inesistente fornendo l’alibi a faciloni, ridiuzionisti e bolsonariani di far passare come terroristi tutti coloro che divellano che le regole andavano rispettate.
Eppure nonostante questa grave responsabilità mediatica insiste nella sua linea, ossia di condanna all’isterismo collettivo.
Che sicuramente c’è. Ma che è figlio di chi nei mesi scorsi mostrava insofferenza per le regole, parlava di ‘terrorismo’ quando si ipotizzavano misure di sicurezza per chi volesse andare in vacanza o viaggiare, dei no mask e dei politici alla Salvini che si facevano selfie senza mascherina e che hanno riportato alla crescita dei contagi.
“Non dobbiamo aver paura perché, come detto più volte, non dobbiamo confondere il positivo al coronavirus con il contagiato potenzialmente infettante e soprattutto ammalato”.
Così Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano, in un intervista al Tg5 ritwittata sul suo profilo Twitter. Secondo il medico “è difficile dire le cose in modo giusto ed essere creduti perché ho paura che in questo momento abbia vinto chi ha avuto come obiettivo quello di terrorizzare e spaventare”.
“Le persone – spiega – sono sconcertate, terrorizzate e spaventate. Hanno mal interpretato il concetto di tampone per cui c’è una corsa ad eseguire il tampone come se fosse una misura terapeutica. In realtà adesso il problema sono i pronto soccorso, abbiamo fiumane di persone che arrivano al ps e non riusciamo a controllarle. Di queste il 40% potrebbero stare tranquillamente a casa se assistite, se rincuorate, se informate”.
Da qui il consiglio di “mantenere tutti i nervi saldi, cercare di non comportarci in maniera irrazionale”.

“Noi clinici – dice – dobbiamo abituarci a un uso appropriato delle risorse e mettere in terapia intensiva chi ne ha veramente bisogno. Non sono sicuro che accada”.
Quanto alle nuove misure allo studio per contenere la diffusione del virus, Zangrillo si dice “fiducioso nella cabina di regia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e confido nel fatto che vengano date delle risposte efficaci, tenendo conto che c’è un clima di terrorismo che è assolutamente immotivato e molto pericoloso”.

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