Ruxolitinib, il farmaco anti-rigetto funziona contro il coronavirus: sperimentazione a Livorno
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Ruxolitinib, il farmaco anti-rigetto funziona contro il coronavirus: sperimentazione a Livorno

All'ospedale toscano 8 malati di Covid-19 con polmonite interstiziale e prossimi alla intubazione, hanno visto migliorare il proprio quadro clinico, evitando così di entrare in rianimazione

Il dottor Spartaco Sani
Il dottor Spartaco Sani
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30 Marzo 2020 - 16.15


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Nessun trionfalismo ma segnali positivo: importanti risultati stanno arrivando da una sperimentazione che sta facendo la sanità toscana: all’ospedale di Livorno 8 malati di Covid-19, tutti con polmonite interstiziale e prossimi alla intubazione, hanno visto migliorare radicalmente il proprio quadro clinico, evitando così di entrare in rianimazione.

Il farmaco è il ruxolitinib, (Jakavi), della Novartis che l’azienda ha fornito col consenso dell’Aifa in modalit off label. La sperimentazione, condotta su 4 pazienti tra 28 e 72 anni (3 uomini e una donna), è iniziata per altri due. Sui primi pazienti ha dato esiti incoraggianti.

Il ruxolitinib è usato contro il rigetto per i trapianti di midollo.

Tutti i pazienti trattati – assicura Capochiani, l’ematologo direttore di ematologia che segue la sperimentazione – avevano una malattia di recente insorgenza con dati clinici confermanti la polmonite da Covid-19, ma con un quadro ancora non evoluto verso la respirazione polmonare assistita, anche se le condizioni cliniche facevano già intravvedere il ricorso imminente alla terapia intensiva e una prossima intubazione”.
Il medico ha aggiunto che “il primo è in procinto di superare qualunque forma di respirazione assistita, la seconda  in deciso miglioramento e gli ultimi due, che hanno iniziato da poco, sembrano seguire lo stesso decorso: in questa prospettiva i dati che la letteratura scientifica ha presentato nelle ultime settimane, sembrano suggerire che i quadri Covid-19 che evolvono negativamente con necessità di supporto rianimatorio, abbiano molte caratteristiche simili alle reazioni immunitarie derivanti da patologie ematologiche e che, quindi, possano essere efficaci gli stessi trattamenti”.

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 Ha aggiunto Spartaco Sani (direttore infettivologia Asl nord ovest), che ha individuato “malati in infettivologia a Livorno, con iniziale difficoltà respiratoria, ma non ancora in ventilazione assistita, cui somministrare un farmaco orale registrato anche per le condizioni di iper-infiammazione”: l’obiettivo, spiega Sani “è duplice: trovare farmaci che riducano la quantità di virus nel paziente (terapie antivirali) e altri che impediscano l’evoluzione critica dell’infezione”. Il farmaco selezionato dagli ematologi dell’Asl è il ruxolitinib, (Jakavi), della Novartis che l’azienda ha fornito, con il consenso dell’Aifa, in modalit off label, ovvero l’utilizzo di molecole già note e impiegate da tempo, per le quali esistono cospicue evidenze scientifiche che ne permetterebbero l’uso razionale anche in situazioni cliniche e secondo modalità non previste dalla scheda tecnica e nel foglietto illustrativo.

 

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