La cardiologa della rianimazione: "Non possiamo intubare tutti i malati gravi, aiutateci e state a casa"
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La cardiologa della rianimazione: "Non possiamo intubare tutti i malati gravi, aiutateci e state a casa"

Francesca (omettiamo il cognome) ha diffuso un audio per sensibilizzare più persone possibile. Troppi ricoveri, si rischia di dover scegliere chi salvare e chi lasciar morire

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Chiara D'Ambros Modifica articolo

10 Marzo 2020 - 15.46


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Ore 8.03, il suono di un messaggio sul telefono. E’ un messaggio nella chat delle “Donne tra le nuvole”, donne che praticano il volo libero in parapendio. Monica di Laveno (provincia di Varese) avvisa che da loro hanno bloccato tutti i decolli per evitare che qualsiasi incidente possa caricare il Pronto Soccorso di qualsiasi caso. A ruota viene condiviso un messaggio vocale di Francesca che ci invia la testimonianza sua amica cardiologa che sta operando in terapia intensiva di Milano, ci chiede di diffonderlo il più possibile:

Ciao a tutti tutte. Io sono M., faccio il cardiologo in terapia intensiva a Milano. La situazione è molto serie. Questo virus che sta girando è molto molto contagioso. È vero che in tanti non causa sintomi, è vero che tanti se la cavano senza troppi problemi. Ma in tanti sviluppa quella che si chiama polmonite interstiziale bilaterale che ha bisogno di un supporto respiratorio. Non abbiamo farmaci, perché è un virus quindi gli antibiotici non funzionano. Stiamo dando cocktel di farmaci ma in via del tutto sperimentale, non sappiamo se funzioneranno o no. L’unica cosa che si può fare in questi casi è intubare il paziente, quindi far respirare la macchina, mettendo a riposo i polmoni, aspettando che il sistema immunitario lo sconfigga. E’ vero che quelli che muoiono sono anziani e con patologie ma ci sono tanti giovani in terapia intensiva. Il nostro più giovane ha 38 anni e non aveva altri problemi. Il problema vero è che tanti hanno bisogno dell’assistenza ventilatoria e non ci sono ventilatori per tutti. Già ieri mi hanno chiamato, io sto nella terapia intensiva cardiologica, mi hanno chiamato di dargli uno dei nostri ventilatori. Io ne ho solo due rimasti. Io gliel’ho dato e una paziente che era stata estubata il giorno prima e si tiene il ventilatore lì vicino perché vanno in crisi e devono essere riintubati e se questa va in crisi il ventilatore non c’è. Fondamentalmente ci hanno detto che da questi giorni ci hanno detto che dobbiamo scegliere chi intubare. Quindi privilegiamo i giovani e meno giovani senza altre patologia. Al Niguarda che è l’altro ospedale grande non intubano più oltre i 60 anni. Per cui la situazione è molto seria. E’ molto contagioso. Ha 14 giorni di incubazione per cui se anche una persona se l’è preso sta 14 giorni completamente asintomatico e può infettare un numero incredibile di persone per cui il concetto è che l’unico modo per non avere un ecatombe è far si che ci siano meno contagi possibile e qualora ci dovessero essere, siano il più possibile dilazionati nel tempo. Perché se io ho 10 mila persone infette allo stesso momento, noi in Italia abbiamo 3000 ventilatori. Se 10 hanno bisogno di essere intubati e ventilati, 7000 muoiono. Se io invece riesco a spostare più in là il contagio, quando si ammalano i nuovi, i vecchi già intubati saranno guariti e avranno liberato l’intubatore. L’unica cosa cosa che si può fare è stare a casa. Lavarsi le mani con sapone o soluzioni alcoliche. Lavare le superfici con la candeggina, perché il virus resta 30-40 minuti, quindi lasciare la candeggina per quel tempo. Fondamentalmente voi a Roma state come noi a Milano 10 giorni fa e vi assicuro che in 10 giorni c’è stata una escalation incredibile della cosa. La Lombardia è al collasso è la regione con la migliore sanità. Nei bambini invece non ci sono casi gravi. Ci sono casi positivi ma sviluppano una forma molto meno aggressiva ma sono degli untori pazzeschi. Quindi cercare di limitare il contatto bambini, nonni. Quindi chi può resti in casa. Restate a casa.

#iorestoacasa

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