Ilaria Salis, Orlando (Pd) a Tajani: "Gli Usa avrebbero accettato un loro cittadino in catene in un Paese straniero?"
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Ilaria Salis, Orlando (Pd) a Tajani: "Gli Usa avrebbero accettato un loro cittadino in catene in un Paese straniero?"

Caso Salis, Orlando (Pd): "Accettare supinamente quella foto è esporre la nostra patria al ridicolo e all'umiliazione - ha concluso l'esponente dem - un ridicolo che potrà ripetersi ancora molte volte senza una reazione forte e netta".

Ilaria Salis, Orlando (Pd) a Tajani: "Gli Usa avrebbero accettato un loro cittadino in catene in un Paese straniero?"
Andrea Orlando
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8 Febbraio 2024 - 12.41


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Con un lungo e deciso intervento, l’esponente del Pd ed ex ministro Andrea Orlando è intervenuto in Aula nel corso dell’informativa urgente del Ministro Antonio Tajani sulla vicenda di Ilaria Salis.

«Signor ministro, lei sa e sapeva entrando in quest’aula che il giudizio sulla sua informativa sarebbe dipeso dalla possibilità di pronunciare una frase semplicissima: abbiamo fatto tutto ciò che si poteva. Lei quella frase non l’ha pronunciata. Ed ha fatto bene perché sarebbe stata una menzogna. Ilaria Salis è ristretta nelle carceri ungheresi da un anno. Nel corso di quest’anno l’attività politico diplomatica finalizzata ad evitare ad una nostra concittadina trattamenti disumani e degradanti è stata praticamente nulla. Eppure lei, persino meglio di me, sa quanta dell’attività delle nostre ambasciate, quanta parte degli speech formali ed informali durante gli incontri delle nostre autorità di governo con quelle di altri paesi, siano dedicate ad assicurare ai nostri compatrioti, persino a quelli già condannati, gli standard garantiti dalle carte internazionali a tutela della persona. E questo soprattutto quando questi paesi sono da considerarsi a rischio dal punto di vista del pieno rispetto dello Stato di diritto come nel caso dell’Ungheria».

«Un recluso in un paese straniero vede fatalmente compresso il diritto alla difesa e vive moltiplicata la condizione di vulnerabilità , oltre alle pareti fisiche ci sono quelle dell’ estraneità al contesto, della lingua, della distanza dalla propria famiglia. Nonostante ci fossero tutte le ragioni per manifestare attenzione e per far sentire la presenza del nostro Paese nessuna azione concreta o simbolica si è registrata. E quest’ignavia, signor ministro, si è trascinata sino a questi giorni ed è proseguita in queste ore. Lei, Ministro Tajani, ha citato Cesare Beccaria ma mi sembra che sul vostro vessillo abbiate messo Don Abbondio».

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«Alla famiglia e all’avvocato che vi chiedevano di farvi garanti dell’esecuzione delle misure cautelari in Italia, o almeno di illustrare con una nota l’equipollenza degli istituti previsti dal nostro ordinamento, avete risposto negativamente adducendo argomenti talvolta puerili, talvolta grotteschi. La premier, dopo 5 minuti di colloquio con Orban ha certificato unilateralmente l’autonomia della magistratura ungherese. E in base a quest’affermazione gli italiani sono stati sbeffeggiati dallo stesso Viktor Orban che ha spiegato come lui poco o nulla possa fare riguardo a questa vicenda. Peccato che proprio questo sia uno dei punti su cui è aperto un contenzioso con l’Unione europea. Sapete, onorevoli della destra, su che si regge l’autogoverno della magistratura magiara? E lo dico sperando di non fornirvi un’ispirazione: si regge su un magistrato nominato dal parlamento a maggioranza semplice».

«Poi, il ministro Nordio ci ha spiegato che lui, da pubblico ministero, si sarebbe sentito contrariato nel caso di un richiamo di un’autorità al rispetto degli standard. Nutrivamo perplessità crescenti sul Nordio ministro. Quest’affermazione ci ha fatto dubitare retroattivamente del Nordio pubblico ministero. Perche’ un magistrato, se non per pulsioni narcisistiche, dovrebbe contrariarsi di fronte ad un Paese che chiede garanzie ed offre con spirito collaborativo, in base alla decisione quadro, soluzioni alternative rispetto a quelle già disposte, in grado comunque di garantire lo svolgimento del processo e poi eventualmente l’esecuzione della pena?».

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«Infine, avvicinandosi il Carnevale non poteva mancare il siparietto del vicepresidente del consiglio, onorevole Salvini. Che in qualità di autorità morale non poteva risparmiarci una disquisizione sulla idoneità all’insegnamento dell’imputata. Capite, mentre i giudici a Budapest decidevano le misure cautelari per la Salis, gli stessi magistrati leggevano dalle agenzie che il numero due del governo italiano stava celebrando via social il processo definendo persino le pene accessorie e le inabilitazioni. Ci sono le ragioni del diritto che noi vogliamo siano garantite ad Ilaria Salis. Le ragioni del rispetto della Cedu che l’Ungheria è accusata di disattendere. E per questo vi esortiamo a prendere l’iniziativa che sino a qui non avete preso. Se lo farete troverete tutta la nostra collaborazione. Ma poi c’è la ragion di Stato. C’è l’interesse nazionale, c’è il prestigio dell’Italia». 

«Guardiamo questa vicenda con freddezza. Voi pensate che gli Stati Uniti accetterebbero, quasi in silenzio, l’immagine di un loro concittadino, abbia egli occupato in precedenza Capitol Hill o Wall street, o sia stato perseguito per altri reati, tratto in catene di fronte ad un giudice? Vale per la Gran Bretagna, la Francia, la Germania e potrei proseguire per un’ora. Accetterebbero inerti di vedere sulle pagine dei loro giornali nazionali la foto di una loro concittadina in catene, mani e piedi con tanto di guinzaglio, portata in un tribunale? Ma non capite che accettare supinamente quella foto è esporre la nostra patria al ridicolo e all’umiliazione – ha concluso l’esponente dem – un ridicolo che potrà ripetersi ancora molte volte senza una reazione forte e netta».

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