Vaccari (Pd): "Ecologia e agricoltura non possono essere in mano a lobby e multinazionali"
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Vaccari (Pd): "Ecologia e agricoltura non possono essere in mano a lobby e multinazionali"

Cop28, Vaccari (Pd): «Il quadro è piuttosto desolante, ma del resto non ci si poteva aspettare nulla di diverso quando il Presidente della Cop28 stessa è uno dei principali sostenitori e azionisti dell'industria petrolifera araba».

Vaccari (Pd): "Ecologia e agricoltura non possono essere in mano a lobby e multinazionali"
Stefano Vaccari
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14 Dicembre 2023 - 11.38


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Il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari, in un commento pubblicato dall’Unità ha parlato della recente Cop28, sottolineando come lobby e multinazionali non debbano prendere in mano la transizione ecologica e l’agricoltura.

«La conferenza Onu sui cambiamenti climatici (Cop28) si sta concludendo e sul rush finale si è raggiunto un accordo sulla fuoriuscita dall’era dei combustibili fossili. Non certo un accordo storico come si sta tentando di definirlo ma solo un compromesso al ribasso che prevede l’uscita graduale al 2050 per l’utilizzo del petrolio e dei suoi derivati. Ha ragione il segretario generale dell’Onu Guterres che commentando l’esito del vertice ha ammonito i Paesi presenti sul fatto che il mondo non può permettersi ritardi o mezze misure su queste scelte».

«Il quadro è piuttosto desolante, ma del resto non ci si poteva aspettare nulla di diverso quando il Presidente della Cop28 stessa è uno dei principali sostenitori e azionisti dell’industria petrolifera araba, e `negazionista climatico´ convinto. Il tema degli impatti dell’agricoltura e dell’allevamento sull’insieme delle emissioni climalteranti sono stati ovviamente al centro della Cop di Dubai, e le presenze dei lobbisti presenti nelle delegazioni nazionali, provenienti da alcune delle più grandi aziende agroalimentari del mondo, quasi il triplo del numero registrato alla Cop 27, testimoniano l’attenzione a questo ambito così come le contraddizioni che porta con sé».

«In agricoltura, come per altri settori produttivi sono i Paesi del nord del mondo a procurare le emissioni e dunque i danni che portano i cambiamenti climatici e quelli del sud del mondo a pagarne le maggiori conseguenze. Si stima in 8 miliardi il danno. E a poco serviranno le briciole stanziate nel Fondo di Solidarietà per i Paesi terzi, già previsto fin dalla Cop21 di Parigi ma mai finanziato adeguatamente, per consentire di accompagnarli nel processo di sviluppo sostenibile diverso da quello dei Paesi sviluppati».

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