Calderoli non ha dubbi sull'assalto alla Costituzione: "Il popolo ci darà il consenso"
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Calderoli non ha dubbi sull'assalto alla Costituzione: "Il popolo ci darà il consenso"

Premierato, Calderoli: "L’articolo 1 della Costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo. E qui si attua un punto cruciale: chi governa è scelto dal popolo. Che può sbagliare, ma è la democrazia". 

Calderoli non ha dubbi sull'assalto alla Costituzione: "Il popolo ci darà il consenso"
Roberto Calderoli
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6 Novembre 2023 - 10.04


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Il governo Meloni è sicuro di riuscire a ottenere il sì dei cittadini italiani sulla proposta di riforma costituzionale che comprende, tra le altre, il cosiddetto premierato. E’ Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, a dichiararlo al Corriere della Sera. 

“Entro la legislatura approveremo sia il premierato sia l’Autonomia”. Altre riforme sono state approvate dal Parlamento e poi bocciate dai cittadini. “È vero. Sia la mia riforma federalista sia quella di Matteo Renzi. Ma stavolta – dice – le modifiche sono circoscritte. E semplici. Le precedenti, invece, riscrivevano parti importanti della Carta. Forse perché la materia era troppo vasta, forse perché alcuni argomenti dei 20 affrontati non erano condivisi, è andata come è andata. Ma oggi sono convinto che il popolo darà il consenso. Che è la cosa più importante, perché l’articolo 1 della Costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo. E qui si attua un punto cruciale: chi governa è scelto dal popolo. Che può sbagliare, ma è la democrazia”. 

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In Parlamento “i due terzi non si raggiungeranno mai. Il confronto è con opposizioni che, prima ancora di leggere il testo, hanno annunciato i comitati del no. Ho appena fatto le vaccinazioni, non ne farò una malattia. Ed è giusto che decida il popolo”. Il ruolo del capo dello Stato non sarà sminuito? “Niente affatto. Conferirà il ruolo di premier a chi ha vinto le elezioni, come è sempre stato. Potrà scegliere il successore, purché in Parlamento e tra gli eletti in una lista collegata al presidente. E continuerà a nominare i ministri. Mi pare – aggiunge – un ottimo equilibrio tra valore attribuito al popolo e prerogative del presidente”.            

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