Renzi e l'ossessione per il Pd: "Sono grillini ad honorem, altre persone lasceranno i dem"
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Renzi e l'ossessione per il Pd: "Sono grillini ad honorem, altre persone lasceranno i dem"

Renzi: «Salvini e Meloni sono due sovranisti, Conte e Schlein due populisti. Io dico che un cittadino che ha creduto nel Pd riformista o nella rivoluzione liberale di FI, non si sente rappresentato».

Renzi e l'ossessione per il Pd: "Sono grillini ad honorem, altre persone lasceranno i dem"
Matteo Renzi
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8 Settembre 2023 - 09.57


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Matteo Renzi, intervistato da Avvenire, spiegando il progetto de Il Centro con il quale si candiderà alle prossime europee, non perde occasione per attaccare il Pd. «Salvini e Meloni sono due sovranisti, Conte e Schlein due populisti. Io dico che un cittadino che ha creduto nel Pd riformista o nella rivoluzione liberale di FI, non si sente rappresentato. C’è spazio per una casa comune di chi crede in un altro modo di far politica. Il centro è questo, l’unica alternativa a chi vive di slogan».

«Il Jobs act ha creato più di un milione di posti di lavoro, ha eliminato la pratica barbara delle dimissioni in bianco, ha riordinato la giungla di co.co.co e co.co.pro., ha stabilizzato centinaia di migliaia di giovani con le decontribuzioni, ha eliminato l’Irap sul costo del lavoro. è una grande riforma, non una cosa di cui vergognarsi. Ed è una riforma votata dal Pd. Quelli nel Pd che per inseguire i 5 stelle oggi vogliono farci un referendum contro e tornare al Reddito di cittadinanza non sono riformisti: sono grillini ad honorem».

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«Penso che a breve altre persone lasceranno un Pd che era riformista e adesso si accontenta di essere la sesta stella di Giuseppe Conte. ll nostro progetto è in linea con le decisioni di Renew Europe a Vienna, quando invita i riformisti a unirsi in un centro capace di fare un buon risultato. Calenda al momento ha detto che non ci sta. Penso che sia un errore, ma non posso costringerlo. Ho voluto io Calenda in vari incarichi. Purtroppo lui è abituato a lasciare le cose a meta’, come ha fatto a Strasburgo e in Campidoglio. Se ci ripensa, noi siamo qui».

Sul dl Caivano, finalmente Renzi attacca anche il governo Meloni: «C’è un fatto di cronaca e loro propongono un decreto. Questa non è politica, questo è populismo giustizialista. Si investa in cultura, in educazione, nelle periferie. E anziché preoccuparsi di togliere il telefonino ai minori perché è una proposta che piace alla gente, si abbia il coraggio di togliere Twitter a qualche ministro. Meno slogan, più progetti educativi per favore».

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«Rimarrà la soglia del 4 per cento e cercheremo di superarla. Ma vi immaginate un governo come questo che non legifera sulla benzina, che non risolve il problema delle tasse, che non manda avanti le riforme, che fatica a impostare la manovra 2024, impegnarsi per cambiare la legge elettorale sulle europee? Dicono che lo fanno per noi? Bene, se vogliono fare una cosa per noi rimettano la 18App, i soldi che servono ai 18enni per i libri o il teatro. Vedo quello che costa la ripartenza della scuola alle famiglie: facciamo una legge per la 18App anzichè per le Europee».

Quanto ai migranti il governo parla di una frenata nell’aumento degli sbarchi, mentre il cardinal Zuppi invoca un tavolo per quella che non va più considerata un’emergenza: «Sto con Zuppi tutta la vita. Meloni voleva fare il blocco navale e invece ha visto raddoppiare gli sbarchi. Smettiamola di vivere con la paura del migrante e impostiamo una strategia di lungo periodo che preveda diritti e doveri, a cominciare dalla cittadinanza con lo ius culturae».

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