Prodi attacca il governo Meloni: "Vuole prendersi tutto, è autoritarismo"
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Prodi attacca il governo Meloni: "Vuole prendersi tutto, è autoritarismo"

Prodi contro il governo Meloni: "Siamo davanti ad un governo che punta a prendersi tutto. C'è una parola semplice che riassume tutto questo: autoritarismo. Così si sta cambiando la natura del Paese".

Prodi attacca il governo Meloni: "Vuole prendersi tutto, è autoritarismo"
Romano Prodi
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31 Maggio 2023 - 09.55


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Romano Prodi, in un’intervista a La Stampa, per la prima volta dall’insediamento del governo Meloni ha usato toni durissimi per commentare l’operato della destra. «In questi giorni sono emersi due segnali nuovi che non si debbono sottovalutare. Nessuno ha ragionato su un sistema informativo che dopo decenni di duopolio si sta trasformando in un monopolio della destra. E al tempo stesso sta emergendo la tentazione di escludere il presidente Stefano Bonaccini dalla ricostruzione in Emilia-Romagna. Ma così siamo davanti ad un governo che punta a prendersi tutto. C’è una parola semplice che riassume tutto questo: autoritarismo. Così si sta cambiando la natura del Paese».

Quella del commissario per il maltempo in Emilia è una «vicenda incomprensibile che rischia di concludersi con un enorme autogol per il centrodestra. In una tragedia come questa, chi altro può fare il Commissario se non un presidente di Regione che gode di una incontestata fiducia? Che ha rapporti diretti con i sindaci, con i prefetti, che conosce tutti i tecnici e a cui risponde la catena burocratica regionale. Bonaccini ha inoltre già dato prova di saper gestire la ricostruzione dopo il terremoto: uno dei pochi casi nei quali nessuno ha avuto nulla da ridire», dice Prodi.

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Sulla Rai, «ora siamo di fronte ad un cambiamento radicale. Si tratta dell’azzeramento totale e dell’innesto solo di persone di stretta fiducia. Non è la sola novità. In passato, anche con governi di centro-sinistra, vi era grande equilibrio nei telegiornali. Mentre nel commento politico comandava il `Vespone´ -spiega l’ex premier-. L’Osservatorio di Pavia ci dice che nei tg lo spazio dedicato al governo è 4 volte superiore a quello dell’opposizione.

«Il grande cambiamento è il mercato, diverso da allora: Rai e Mediaset avevano ciascuno una quota superiore al 45% del mercato, quindi prevaleva anche allora la destra, ma in modo non totalitario. Oggi, sommando Rai e Mediaset, stiamo marciando verso un’assoluta omogeneità dell’informazione televisiva. Già allora vi era un duopolio zoppo, oggi vi è un monopolio assoluto. Il pluralismo, se ci sarà, non potrà che essere confinato su reti con minore ascolto. Certo ci sono i nuovi media, ma il messaggio che più influisce sull’elettorato è quello televisivo».

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