Furlan: "Sono cattolica e moderata, il Pd è casa mia"
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Furlan: "Sono cattolica e moderata, il Pd è casa mia"

La senatrice del Pd Annamaria Furlan, componente della Commissione Lavoro, Sanità e affari sociali, ex segretaria nazionale della Cisl parla dei fuoriusciti dal Pd

Furlan: "Sono cattolica e moderata, il Pd è casa mia"
Annamaria Furlan
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29 Aprile 2023 - 17.37


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Con Elly Schlein segretaria è cresciuto (in alcuni casi alimentato da Calenda e Renzi) il malumore di alcuni ‘centristi’ che al momento ha prodotto la fuoriuscita di Fioroni, Marcucci e Enrico Borghi. Ma non tutti.

«Io sono riformista, moderata e cattolica e rimango nel Pd proprio per questo. Questo partito è casa mia, il mio maestro è stato Franco Marini, un grande cattolico che il Pd l’ha fondato proprio coniugando la sua storia con la missione del partito. Chi se ne va, come Enrico Borghi che giudico persona di valore, fa una scelta sbagliata, anche perché di obiettivi comuni per stare insieme ne vedo tanti e il primo è l’opposizione al disastro di questo governo, che sceglie anche la provocazione di un Cdm il 1 maggio per varare senza confronto con le parti sociali un decreto sul lavoro che allargherà la precarietà».

Lo dice la senatrice del Pd Annamaria Furlan, componente della Commissione Lavoro, Sanità e affari sociali, ex segretaria nazionale della Cisl.

«Giovedì – prosegue Furlan – il governo e la maggioranza hanno dimostrato di non avere i numeri neanche per lo scostamento di bilancio, costringendo il Parlamento a rivotare i documenti più importanti di politica economica di un’Esecutivo. Di fronte a una Destra che flagella la povertà e non sostiene la crescita del Paese con un Def profondamente sbagliato, il Pd ha la missione di costruire l’alternativa. È un Pd che cresce, nei sondaggi come negli iscritti, ma che non deve rinunciare a lavorare per fare da partito aperto, pluralista e inclusivo, il modello per cui è nato da culture diverse che devono continuare a convivere nella stessa casa: cattolici, progressisti, riformisti. Il nuovo Pd deve essere radicale sui valori e pragmatico sulle scelte e lo può essere discutendo al suo interno, confrontandosi e mantenendo la capacità di fare sintesi, come sta accadendo sull’Ucraina. Non è facile – conclude Furlan – ma la strada è questa». 

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