Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha accolto con soddisfazione l’esito delle primarie del Pd e l’elezione di Elly Schlein come nuova segretaria. In un’intervista a La Stampa, il sindacalista ha subito chiesto alla nuova leader democratica di iniziare battaglie comuni sul tema del lavoro.
«Non ho consigli da darle al di là di un sincero in bocca al lupo: la gente giudica per quel che fai non che dici. È però cruciale che la politica riparta dalla partecipazione delle persone, e continuo a pensare che il tema sia rimettere al centro i bisogni di chi per vivere ha bisogno di lavorare. L’obiettivo deve essere il superamento della precarietà, il diritto a realizzarsi nel proprio lavoro, riforme che redistribuiscano la ricchezza».
Si deve cominciare «da una vera riforma fiscale e da un nuovo statuto dei diritti dei lavoratori che ponga fine alla competizione fra dipendenti ed autonomi. Questo, in una cornice di politiche pubbliche basate sul diritto alla salute, alla conoscenza e a un lavoro dignitoso». Sui fatti di Firenze «è stato un atto squadrista e fascista. È preoccupante che nessun esponente di governo abbia preso la parola per denunciare l’aggressione agli studenti e, anzi, che un ministro abbia minacciato di sanzionare la direttrice scolastica che ha fatto ciò che fare nel rispetto della Costituzione».
Con il governo «sin qui sono stati confronti finti. Prima hanno scritto la Finanziaria e poi ne hanno discusso con noi – sottolinea -. Hanno pure disegnato l’autonomia differenziata, è il peggio che si potrebbe fare: aumenta la divisione in un Paese già diviso». Fra i temi dell’intervista anche la settimana di quattro giorni, sperimentata in 18 Paesi: «È una delle proposte che, come Cgil, avanzeremo a metà marzo al nostro congresso. Di fronte alla rivoluzione tecnologica, che porta ad un aumento di profitti e produttività, si deve praticare la ridistribuzione della ricchezza e di come viene accumulata – aggiunge – anche attraverso la riduzione dei tempi di lavoro».
