Elly Schlein: "E' una mobilitazione, non ci vedranno arrivare. E' il momento di cambiare tutto"
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Elly Schlein: "E' una mobilitazione, non ci vedranno arrivare. E' il momento di cambiare tutto"

Primarie, Schlein: «Oggi o si scommette o si muore. Non è più il tempo di ordinaria amministrazione, di un Pd già visto che non riesce a vincere. L'unica opportunità per un rilancio è cambiare davvero e tutto. Non si va avanti con l'usato sicuro».

Elly Schlein: "E' una mobilitazione, non ci vedranno arrivare. E' il momento di cambiare tutto"
Elly Schlein
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24 Febbraio 2023 - 09.40


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Elly Schlein, in un’intervista a Il Manifesto e a Qn, ha parlato dell’appuntamento di domenica 26 febbraio con le primarie del Pd. La candidata alla segreteria è data in netta rimonta su Stefano Bonaccini, che ha vinto nelle votazioni dei circoli. «Tutte le persone che hanno deciso di sostenermi lo fanno per la linea politica, non per i posti: una linea di cesura netta rispetto al passato. Non si costruisce un nuovo Pd senza dire che sono stati fatti errori colossali su temi come il lavoro e i contratti a termine. Ma per farlo bisogna essere credibili: io quando il Pd di Renzi faceva quelle scelte ero in piazza con la Cgil. E me ne sono andata dal partito per scelte come la Buona scuola, la riforma della Costituzione, lo Sblocca-Italia, tre voti di fiducia sulla legge elettorale. Anche sul clima il Pd è mancato: non è più il tempo delle mezze parole, le battaglie vanno fatte fino in fondo: dunque, no al consumo di suolo». 

 «Oggi o si scommette o si muore. Non è più il tempo di ordinaria amministrazione, di un Pd già visto che non riesce a vincere. L’unica opportunità per un rilancio è cambiare davvero e tutto. Non si va avanti con l’usato sicuro», aggiunge Schlein.

«La sensazione è quella che questa bella partecipazione di tradurrà in mobilitazione. E come al solito non ci vedranno arrivare. C’è questo passaparola che ognuna delle persone che viene alle serate della mia campagna elettorale porta con sé come un pezzo di responsabilità». 

«Non può esistere una sinistra che non si mobiliti per la pace. Ho appena visitato la campana, donata nel 1991 dalla Russia alla Chiesa di Bologna, che il cardinale Zuppi ha fatto suonare a marzo scorso per chiedere la pace», aggiunge Schlein. E se Silvio Berlusconi è critico verso l’escalation militare, Schlein risponde: «Le sue parole sono condizionate al fatto di essere amico di un dittatore che ha invaso in modo criminale uno stato sovrano. Noi, che non siamo amici di Putin, siamo critici verso l’escalation militare, non smettiamo di chiedere all’Europa un maggiore sforzo diplomatico».

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