Regionali, Bettini bacchetta il Pd: "Incomprensibile la separazione dal M5s"
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Regionali, Bettini bacchetta il Pd: "Incomprensibile la separazione dal M5s"

Goffredo Bettini sulle elezioni regionali nel Lazio: «Il Movimento 5Stelle ha deciso di intraprendere una corsa solitaria, che può avvantaggiarlo nell'immediato. Ma che non ha futuro».

Regionali, Bettini bacchetta il Pd: "Incomprensibile la separazione dal M5s"
Goffredo Bettini
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29 Dicembre 2022 - 10.48


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Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, ha parlato delle regionali nel Lazio in una intervista al quotidiano «L’Identità», sottolineando ancora una volta l’errore di non esser riusciti a stringere un’alleanza tra democratici e grillini.

«La separazione nel Lazio tra il Pd e il Movimento 5Stelle è davvero incomprensibile. Avviene dove si è governato insieme e bene. Sul tema dell’inceneritore si potevano cercare e trovare altre vie, rispetto ad una contrapposizione ideologica e distruttiva. E poi: si sarebbero potuti consultare i cittadini. Conte non ha aperto un dialogo, ha detto in una solenne conferenza stampa: o mangiate la mia minestra, o ognuno per la sua strada. Non so dare un giudizio su Donatella Bianchi, che francamente conosco poco. Confido, invece, su un voto ampio, trasversale, civico attorno a Alessio d’Amato, che si è dimostrato sul campo una persona di notevole valore». 

«Questo clima di aspra competizione tra la sinistra e il Movimento 5Stelle ha origine in due errori commessi nei giorni finali del governo Draghi. Conte ha sbagliato, nei modi e nei tempi, a far cadere il premier. Ma anche Letta ha sbagliato a dichiarare concluso il rapporto con Conte, immediatamente dopo. In tutti i collegi uninominali, un suicidio annunciato. Da allora, il Movimento 5Stelle ha deciso di intraprendere una corsa solitaria, che può avvantaggiarlo nell’immediato. Ma che non ha futuro».

Sul congresso

«Questa storia di Franceschini mi pare davvero ingiusta. Si possono condividere o meno il suo pensiero e percorso. Ma come dirigente l’ho conosciuto meglio in questi ultimi tre anni. È stato fondamentale nel tenere in piedi la nostra esperienza di governo. Puntuale, fermo e capace di fare sintesi. Ottimo ministro della Cultura. Poi, c’è un punto dirimente: Franceschini ha detto che la sua generazione ha concluso la fase della gestione diretta del partito e del potere. Mi pare che nella sua scelta di appoggiare Elly Schlein ci siano considerazioni interamente politiche. Di realismo e di speranza». 

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