Orlando (Pd) mette in guardia: "Contro l'aggressione di Conte dobbiamo fare fronte comune"
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Orlando (Pd) mette in guardia: "Contro l'aggressione di Conte dobbiamo fare fronte comune"

Andrea Orlando avverte il Pd, dopo lo strappo di Giuseppe Conte nel Lazio. "Dobbiamo rispondere alla sua aggressione, bisogna fare fronte comune".

Orlando (Pd) mette in guardia: "Contro l'aggressione di Conte dobbiamo fare fronte comune"
Andrea Orlando
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10 Novembre 2022 - 10.58


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Il violento strappo di Giuseppe Conte con il Pd nel Lazio ha spalancato la crisi tra Pd e M5s, con i democratici che adesso temono seriamente un tentativo di “opa” dell’ex presidente del Consiglio. Di questo ha parlato Andrea Orlando, deputato del Pd, in un’intervista a Il Manifesto.

«Ci sono due Opa ostili, che giudico miopi, perché attaccando noi si indebolisce la prospettiva di un’alternativa alle destre. In questa fase servirebbe un fronte comune nel Pd, per rispondere all’aggressione che sta funzionando di più: quella di Conte. E la risposta possibile è mettere a fuoco la posizione sulla guerra e chiarire la ricetta per rispondere alla crisi sociale. Solo un Pd con un posizionamento chiaro sui temi sociali può far fronte alla competizione del M5s e far esplodere le loro contraddizioni. In Direzione ho ricordato come solo in Italia la discussione sul modello di sviluppo è considerata un tabù. Questo è il principale dei nodi che il Pd non ha sciolto». 

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Le condizioni perché nel congresso costituente «si trovi un nuovo terreno comune di valori ci sono. Mi preoccupa però che per alcuni questo percorso sia solo una perdita di tempo, un fastidio burocratico. Se vogliamo coinvolgere realtà esterne, non possiamo avere un atteggiamento di sufficienza. Io non penso che oggi possiamo bastare a noi stessi. Ma se la costituente deve essere vissuta con fastidio, allora è meglio lasciar perdere».

Orlando aggiunge: «Da questa riflessione derivano le ricette che proponi su temi come la tassazione degli extraprofitti, il salario minimo, le politiche industriali, il lavoro povero e precario. Del resto, critiche all’attuale modello di sviluppo arrivano da culture diverse: socialista, cattolica e ambientalista. è ormai evidente ad un numero più grande di persone che per ragioni diverse il modello economico attuale va riformato. La cosa fondamentale è che i candidati si cimentino su questi temi, dicano cosa pensano. Non si riempie un vuoto strategico con una gara tra aspiranti leader».

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