Provenzano (Pd): "La destra è unita solo contro i poveri, fa campagna sulla paura"
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Provenzano (Pd): "La destra è unita solo contro i poveri, fa campagna sulla paura"

Provenzano ha sottolineato tutte le divisioni in seno al centrodestra, indicando nella paura e nella distanza dai ceti più poveri l'unico elemento di unione tra i vari partiti della coalizione avversaria.

Provenzano (Pd): "La destra è unita solo contro i poveri, fa campagna sulla paura"
Giuseppe Provenzano
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31 Agosto 2022 - 10.20


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Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Pd, in un’intervista a La Stampa ha sottolineato tutte le divisioni del centrodestra, frammentato su posizioni distanti su argomenti fondamentali per costruire un governo serio e credibile. Secondo l’esponente del Pd, «Meloni, Salvini e Berlusconi sono divisi su tutto, uniti solo a danno della povera gente».

Per Provenzano, la narrazione di una destra più vicina al popolo è sbagliata: «Fa tutta una campagna sulla paura, sull’angoscia delle persone trovando ogni volta un capro espiatorio, che siano l’immigrato, il percettore di reddito di cittadinanza, il deviato, la libera stampa, il sindacato, l’Europa. Noi non dobbiamo fare l’errore del passato, ignorare quelle paure, ma indicare con chiarezza come si possono offrire davvero opportunità e protezione sociale».

E non dà per sconfitto il centrosinistra: «La vera partita inizia adesso. Con una larga fetta che vuole astenersi, con il 40% di indecisi, è ancora tutta da giocare». Gli operai scelgono FdI? «Abbiamo un programma progressista, forse il più progressista da quando esiste il Pd. Su ambiente, diritti, lavoro, non è un Pd pallido. La sfida è essere credibili nel cambiamento».

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«Ai lavoratori bisogna dire la verità. Che in passato abbiamo sbagliato, soprattutto con Renzi e il Jobs act, ma anche prima. La precarizzazione del mondo del lavoro è iniziata negli anni ’90, lo ha impoverito, lo ha privato di senso, ha generato nuove forme di risentimento. I quarantenni che oggi lavorano spesso sono insoddisfatti, infelici, inappagati non solo dal punto di vista economico, ma da quello del riconoscimento sociale del lavoro». I voti degli insoddisfatti vanno a destra? «E noi dobbiamo andarceli a riprendere»

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