Provenzano (Pd): "Il governo Meloni ha il volto dell'Ungheria di Orban, inaccettabile"
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Provenzano (Pd): "Il governo Meloni ha il volto dell'Ungheria di Orban, inaccettabile"

Provenzano (Pd) contro il governo Meloni: "Non hanno capito che c'è una differenza tra governare e comandare. Non pensano di aver vinto le elezioni, ma di essere diventati i padroni dell’Italia".

Provenzano (Pd): "Il governo Meloni ha il volto dell'Ungheria di Orban, inaccettabile"
giuseppe provenzano
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6 Giugno 2023 - 12.15


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Giuseppe Provenzano, ex ministro per il Sud e responsabile Esteri del Pd, in un’intervista a La Repubblica ha parlato dell’atteggiamento del governo Meloni, contrario a qualsiasi forma di dissenso e di controllo, come testimonia la recente vicenda legata alla Corte dei conti.

“È un governo di estrema destra che sta mostrando il suo vero volto, quello che si vede in Ungheria o nella Polonia condannata proprio ieri dalla Corte di giustizia europea sulla indipendenza della magistratura. Fa impressione l’attacco al procuratore nazionale Antimafia che peraltro avanzava osservazioni in uno spirito di collaborazione istituzionale. Non hanno capito che c’è una differenza tra governare e comandare. Non pensano di aver vinto le elezioni, ma di essere diventati i padroni dell’Italia”.

“Tra democrazie e autoritarismo c’è una scala di grigi in mezzo. E noi non possiamo accettare che anche l’Italia si colori sempre più di grigio. Compressione degli spazi democratici e di informazione, insofferenza ai controlli e aggressioni alla magistratura, discriminazioni sui diritti. Il disegno è chiaro” aggiunge. 

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“Vogliono coprire i fallimenti sul piano sociale ed economico e precostituirsi un alibi… Tutto questo accentramento – spiega – ha sin qui prodotto solo paralisi, come sul Pnrr” e quanto alla fiducia posta sulla questione Corte dei Conti e Pnrr “mi auguro che Calenda non la voti”. 

“Alle ultime politiche – conclude – è mancato un centrosinistra unito e credibile. Va ricostruito innanzitutto nella società” e “dobbiamo rilanciare il Pd, non tornare a una discussione autoreferenziale”.

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