Ddl Zan, Scalfarotto: "Se i numeri non c'erano la prima volta, perché dovrebbero esserci la seconda?"
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Ddl Zan, Scalfarotto: "Se i numeri non c'erano la prima volta, perché dovrebbero esserci la seconda?"

Scalfarotto: Ho sentito Cirinnà dire che spera in un miracolo e Zan che 'finché c'è legislatura c'è speranza' ma le leggi non si fanno né con i miracoli né con le speranze"

Ddl Zan, Scalfarotto: "Se i numeri non c'erano la prima volta, perché dovrebbero esserci la seconda?"
Ivan Scalfarotto
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6 Maggio 2022 - 19.46


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Ivan Scalfarotto, intervistato da Alessandro Giuli e Francesca Parisella ad Anni 20 sul ddl Zan ha dichiarato: “Se non c’erano i numeri la prima volta perché la seconda si?’’.  ”Ho sentito Cirinnà dire che spera in un miracolo e Zan che ‘finché c’è legislatura c’è speranza’ ma le leggi non si fanno né con i miracoli né con le speranze. Si fanno con la politica, cercando i voti uno a uno in Parlamento”. 

“Il ddl Zan è stato affondato perché si è deliberatamente cercato il voto segreto per farne una bandiera: si è preferito restare fedeli alla linea della bella morte invece di trovare qualche minima modifica che allargasse il consenso parlamentare e ci consentisse di portare a casa una legge di civiltà attesa da anni. L’Identità di genere va certamente tutelata ma non deve diventare l’iceberg contro il quale la legge va a schiantarsi perché è più importante tutelare le persone da odio, violenza e discriminazione che affermare un principio, che è comunque presente in altre parti del nostro ordinamento. Il nostro obiettivo è rimuovere quegli ostacoli che non consentono l’approvazione della legge, senza depotenziarla in alcun modo, facendo in modo che tuteli tutte le persone LGBT+ senza alcuna esclusione”.

“Il tempo davanti a noi è davvero poco e bisogna fare ciò che Letta aveva chiesto sei mesi fa senza peraltro essere minimamente ascoltato dai suoi: speriamo lo ascoltino adesso e consentano qualche piccola modifica, altrimenti sarà solo propaganda da campagna elettorale. Abbiamo sei mesi in meno e dover fare a maggio ciò che si sarebbe dovuto fare a ottobre dell’anno scorso rappresenta una precisa responsabilità politica. Le leggi di progresso non sono purtroppo quasi mai perfette, non lo erano quelle sul divorzio, sull’aborto o sulle unioni civili eppure non rinunceremmo mai a queste norme di civiltà. Chi dice ‘o una legge perfetta o niente’ di solito si trova con in mano niente”.

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